Cosimo Parente, coordinatore cittadino dell’Unione di Centro ad Arpaise, interviene in merito ai lavori di ristrutturazione della locale residenza psichiatrica (Sir). Il dibattito è stato sollevato venerdì scorso dall’associazione “La Rete Sociale Onlus” che ha chiesto all’Azienda Sanitaria Locale di Benevento di trasferire gli ospiti dell’immobile in strutture di piccole dimensioni, come case famiglia, più idonee a reinserire i malati nella società.
“Il nostro augurio – ha esordito Parente – è che il destino del Sir di Arpaise non diventi un tormentone così come è avvenuto con altre strutture dell’Asl sannita. E’ da anni che si discute sul futuro di una struttura che nel tempo ha svolto una funzione importante per le persone affette da malattie psichiche. E’ bene precisare che stiamo parlando soltanto di lavori di ristrutturazione in quanto l’edificio è stato danneggiato da un allagamento.
Di chiusura, invece, non si è mai parlato perché siamo contrari all’ipotesi di privare Arpaise, tra i comuni più piccoli della provincia, di un servizio che lo rende riconoscibile in un ambito più vasto”. “L’associazione di volontariato pone il problema della riconversione del Sir tenendo conto del progetto per la tutela della salute mentale approvato dalla Giunta regionale della Campania – prosegue il coordinatore Udc -. A nostro giudizio si tratta di un’idea da prendere in considerazione su cui converrebbe aprire un serio dibattito.
Ricordiamo, però, che l’attuazione di tali linee d’indirizzo attiene al livello della programmazione sanitaria regionale e non va confusa con la messa in sicurezza e a norma della struttura. Questi lavori non possono essere rimandati e quindi invitiamo l’Asl a portare avanti il crono programma stabilito pur condividendo l’invito alla trasparenza sulla gara d’appalto”.
“In ogni caso – conclude Parente – restiamo a disposizione della Rete Sociale perché, anche con l’apporto degli amministratori comunali di Arpaise, si possa sviluppare una proposta che contemperi i diritti dei malati con quelli di un servizio affidato a un territorio. Se la programmazione regionale e le decisioni dell’Asl dovessero decidere di destinare il Sir ad altro uso, siamo pronti a confrontarci senza pregiudizi”.