Consegnati in Piazza Roma di Benevento i Premi della VIII edizione de “Il Gladiatore d’oro”. Grande riscontro di pubblico per il tradizionale appuntamento promosso dalla Provincia. 7 sono stati i premiati scelti da una Giuria composta dalle Autorità locali, che, secondo lo spirito del Premio, costituisce un omaggio a quanti hanno illustrato la propria terra nell’arte e nella cultura, nelle scienze, nell’imprenditoria e nello sport. Lo spettacolo, che costituisce la cornice per la consegna dei trofei, è stato presentato, per la direzione artistica di Vittorio Iollo e la partecipazione della BigBand Orkestra di Benevento, da Caterina Balivo. Gli artisti impegnati nella serata sono stati: Serena Autieri, Stefania Sandrelli, Jenny B., Gene Gnocchi e Peppe Barra, accompagnato dai Pietrarsa. L’VIII Edizione del Premio cade con il 150° anniversario della istituzione della Provincia e alla vigilia peraltro del 150° dell’Unità d’Italia. Sui valori civili ed etici connessi a queste due ricorrenze, sulla particolarissima condizione della città sannita e del territorio circostante negli anni che vanno dall’XI al XIX secolo segnati dalla dominazione pontificia sulla sola Benevento (ed alcuni piccoli centri) mentre il resto del territorio era Regno di Napoli e, comunque, sulla storia del Risorgimento e sul contributo di tanti patrioti sanniti alla storia italiana, nonché, si è intrattenuto il presidente della Provincia, Aniello Cimitile, presente alla serata nonostante il lutto che l’aveva colpito proprio poche ore prima. Il presidente, nel ricordare come la serata del “Gladiatore” e le iniziative per le ricorrenze del 150° rientrano nelle Relazioni istituzionali dell’ente, ha sottolineato come i temi della libertà, dell’Unità d’Italia e della stessa ricostituzione – almeno parziale – del Sannio antico fossero intimamente tra loro connessi ed interdipendenti nella visione politica di Salvatore Rampone, della stessa sua moglie Maria Pacifico, di Nicola Nisco, di tanti altri figli di una terra che ha saputo dare prova di intense passioni civili e politiche fin dalle lotte del popolo osco-sannita contro le legioni della Roma antica.
Dopo questa introduzione del presidente Cimitile, la serata è entrata nel vivo. Si è cominciato dunque con il Premio per la sezione “Gladiatore d’oro del futuro” attribuito a Luca Aquino (nella foto). Il riconoscimento, consegnato dal vice presidente alla Provincia, Antonio Barbieri, è stato attribuito dalla Giuria per i meriti conquistati da Aquino in campo artistico: il trombettista beneventano opera da tempo, nonostante la giovane età, nel panorama musicale italiano con la sua personale impronta ed inventiva di impostazione jazzistica. Subito dopo è stato consegnato dal Prefetto Michele Mazza il Gladiatore d’oro all’insigne giurista, docente, saggista e giornalista Antonio Guarino, nato a Cerreto Sannita. Il Premio – è scritto nella motivazione – è stato attribuito ad uno “scienziato del Diritto di altissima levatura internazionale”. L’attrice e cantante Serena Autieri quindi si è esibita in alcuni celebri brani del repertorio classico napoletano. Il Premio è quindi andato a Raffaele De Marco, un emigrante beneventano in Australia, che ha conseguito uno straordinario prestigio sociale e politico nel Nuovo Continente, meritandosi anche una onorificenza da parte della Regina d’Inghilterra. Il Premio è stato consegnato dal vice sindaco del capoluogo, Raffaele Del Vecchio. Quindi sul palco si è presentata Stefania Sandrelli: l’attrice, che ha scritto un pezzo della storia del cinema italiano, ha recitato con intensità alcune celebri poesie. E’ stato quindi insignito del Gladiatore il prof. Raffaele Matarazzo, docente, storico e saggista, e giornalista: a consegnare l’ambito trofeo il Rettore dell’Università del Sannio, Filippo Bencardino. Il priof. Matarazzo ha voluto leggere alla platea quello che ha definito il “suo testamento spirituale”, dedicandolo ai nipoti.
La voce di Jenny B. ha quindi inframezzato la consegna dei Premi con alcuni trascinanti brani musicali, tra i quali “Almeno tu nell’universo” della compianta Mia Martini.
L’inventore di “Striscia la notizia”, celeberrima trasmissione giornalistica di Canale 5, pluripremiata negli ascolti, ed autore di altri noti programmi televisivi, Antonio Ricci, originario di Circello, di cui è pure cittadino onorario, è stato quindi premiato con il “Gladiatore” dal Questore di Benevento, Alberto Intini. Il giornalista e uomo di spettacolo, che, com’è scritto nella motivazione, tanto ha innovato il linguaggio televisivo e il mondo del giornalismo, ha dichiarato di sentirsi un “deportato di ritorno”, avendo seguito il percorso inverso dei Liguri Bebiani, deportati appunto in numero di cinquantamila dalle loro terre al confine tra le attuali Toscana e Liguria dai Romani che li avevano sconfitti in battaglia nel territorio del Sannio antico (e ovviamente nella stessa Circello): Ricci, insomma, si sente un sannita trapianto ad Alberga. Ricci inoltre ha detto di essere stato condannato, per le duecento querele collezionate in carriera da chi si sentiva diffamato da suoi articoli, una sola volta e, guarda caso, da un giudice beneventano. Eppure, ha detto ironicamente Ricci, la legge che sarebbe stata violata (quella del “bavaglio”) ancora non è stata approvata dal Parlamento. Ricci ha infine dichiarato di essersi ispirato alle celebri “Forche Caudine” nel creare il “Tapiro d’oro” ed ha confessato il suo amore per i “Goccioloni”, altra gloria locale, cioè la leccornia dell’ultra-celebre marchio “Strega” di Benevento.
Gene Gnocchi, il noto comico ed intrattenitore televisivo, intervenendo nello spettacolo, ha in un certo senso proseguito sulla linea tracciata dal Ricci, con la sua graffiante e surreale satira di costume e politica.
E’ stato quindi il turno di Marianna Simeone, una delle sannite nel mondo più famose ed importanti, essendo giunta ai vertici della carriera giornalistica ed imprenditoriale in Canada, tanto che è stata insignita dal presidente della repubblica italiana del Cavalierato. La Simeone, premiata dal presidente del Consiglio provinciale Giuseppe Maria Maturo, ha esaltato il valore delle radici sannite ed ha esortato tutti a non chiudere mai il legame con gli emigranti. L’ultimo trofeo è stato quindi consegnato a Carlo Pappone da Giuseppe Lamparelli, vice presidente del Conisglio provinciale. Pappone, nel solco di una tradizione sannita di studi scientifici in campo medico tra le più insigni del Paese, è scritto nella motivazione, ha saputo conquistare i vertici internazionali della cardiochirurgia. Ha chiuso la serata, attorno alla mezzanotte, Peppe Barra con i suoi Pietrarsa.