di Edoardo Porcaro
Col Siracusa si è vista una squadra migliore rispetto alle precedenti uscite: più compatta, più decisa, più concentrata. Anche più motivata ed atleticamente in ripresa. I reparti hanno tenuto, nonostante le defezioni del momento e la forza fisica non certamente al top. E non centra nulla la modestia dell’avversario. Se in fondo la squadra di Agatino Cuttone non ha corso pericoli è pure per propri meriti.
L’arma in più è stata – se vogliamo – la consapevolezza di voler conquistare la vittoria a tutti i costi. E se Evacuo e compagni hanno segnato un solo gol è pure un po’ per sfortuna (bravissimo il portiere ospite Fornoni ad evitare un passivo maggiore). Anche il presidente Oreste Vigorito ci ha simpaticamente scherzato sopra sostenendo che c’è sempre qualcosa che si frappone fra il Benevento e la rete della porta. Sfortuna o no il dover ricorrere a giovani promesse come Walter Zullo e Giovanni Formiconi (in gare precedenti anche a Carlo De Risio) ha finito per essere un’arma in più, un punto di forza importante di questo Benevento e non di quello che verrà nel prossimo futuro. Una nota intonata, quella dei giovani, che si associa alla prestazione di tutta la squadra che ha cercato di seguire il suo direttore d’orchestra non stonando con voci fuori dal coro.
C’è comunque la consapevolezza di dover ancora fare tanto per migliorare e per togliersi grosse soddisfazioni. Occorre tuttavia dare tempo agli atleti di assimilare i dettami impartiti dal tecnico e per trasformare i meccanismi di gioco in precisi automatismi. Bisogna più che mai stare vicino alla formazione giallorossa, fare quadrato, sostenerla più che mai. Bello il gesto di esultanza del bomber di Pompei sotto la curva sud, lì dove i fedelissimi sono sempre presenti ogni domenica, nella buona e pure nella cattiva sorte.