Venerdì 23 aprile una intera giornata di studio sarà dedicata al suggestivo e delicato tema ed il titolo, non a caso, è evocativo: “La Ricetta del Bravo Dottore”.
“E’ una doppia ricetta – spiega il direttore del dipartimento di Cardioscienze Marino Scherillo – quella che i nostri bravi medici sono chiamati a scrivere per il paziente, ma anche a sé stessi come un insieme di regole guida per fare al meglio il proprio lavoro”.
Le buone pratiche possono essere tante, dalla scheda terapeutica unica all’igiene della mani, dall’appropriatezza antibiotica al braccialetto identificativo del paziente. In sintesi, la finalità del processo di attestazione volontaria di buone pratiche è quello di offrire uno schema di riferimento per focalizzare le attività di gestione del rischio clinico nelle organizzazioni sanitarie e riconoscere, valorizzare e dare visibilità alle strutture sanitarie che si impegnano nel miglioramento della sicurezza dei pazienti.
“Le buone prassi fanno bene ai pazienti e ai camici bianchi. A volte un sorriso, uno sguardo comprensivo, un tono dolce – conferma Marino Scherillo – aiutano a guarire quanto e più della medicina stessa. Sono alcuni dei comportamenti professionali giusti, che perfezionano le cosiddette buone prassi cliniche’”. A Benevento, nel corso dell’incontro scientifico, saranno chiamati a interagire sul tema medici, infermieri ed esperti, alla ricerca di percorsi comuni di diagnosi e terapia a favore del paziente.
Un appuntamento organizzato da un ospedale dove si è soliti nell’orario delle visite dei familiari seguire veri e propri caffé concerto, grazie alla collaborazione con il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento.
“Quindici anni fa il Conservatorio ci donò un pianoforte Schulze Pollmann – sottolinea il direttore Scherillo del dipartimento di Cardioscienze – e, di tanto in tanto, gli allievi vengono ad eseguire miniconcerti a favore dei malati, dei loro familiari e di tutto il personale ospedaliero. A volte si esibisce qualche dottore che ha il dono della musica”.
Medico e paziente, è inutile negarlo, sono su fronti contrapposti. Anziché un clima di collaborazione fra il malato e il suo dottore spesso si forma una latente contrapposizione, col primo pronto a un atteggiamento di rivalsa e
l’altro preoccupato di evitare sbagli e denunce. L’errore nella sanità è inevitabile, ma da diversi anni sta provocando una degenerazione chiamata “medicina difensiva”. Alla luce di come vanno le cose, incontri come questo del
Rummo sono fondamentali. Non una goccia nel mare, ma un importante inizio di una nuova era.