Negli ultimi giorni i volontari della LIPU sono stati protagonisti di altri due recuperi di uccelli rapaci feriti. Prima è giunto alla sede LIPU di Benevento un gheppio (Falco tinnunculus) che una cittadina sensibile e consapevole, Lucia Solla, ha raccolto ferito all’ala sinistra a contrada S. Colomba alle porte di Benevento, nella valle del fiume Sabato. Nell’ultimo fine settimana è stato invece un cittadino di Faicchio a consegnare ai volontari della LIPU un falco di palude (Circus aeruginosus), anch’esso ferito all’ala sinistra.
A differenza del gheppio, affidato tempestivamente alla LIPU, il falco di palude è stato consegnato con più di una settimana di ritardo rispetto a quando è stato trovato ai piedi di Monte Acero, sul versante di Faicchio. In questo periodo l’animale è stato solo alimentato senza cure adeguate e ciò ha prodotto l’infezione della ferita all’ala con la proliferazione di larve di mosche che hanno mangiato parte dei tessuti muscolari dell’animale. Su questo va ricordato che la Legge n.157/1992 al comma 1 dell’articolo 1 dichiara che “la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato”. Conseguentemente è illegale detenere un animale selvatico, oltre a creargli danno, a volte irreversibile, quando è ferito perché lo si sottrae alle dovute cure veterinarie entrando nella sfera di un’altra legge dello Stato che riguarda il maltrattamento degli animali.
I volontari della LIPU beneventana hanno dimostrato ancora una volta la grande passione per gli animali e la natura in cui viviamo, effettuando a proprie spese e sacrificando il proprio tempo, per trasportare i due rapaci feriti al Centro Recupero Fauna Selvatica che la LIPU gestisce a Casacalenda, in provincia di Campobasso. In particolare il gheppio è stato trasferito da Marcello Stefanucci e Fernando Tresca e il falco di palude da Giuseppe Iovino.
Il falco di palude, viste le gravi condizioni, al Centro Recupero è stato subito posto in terapia intensiva, ma la frattura esposta dell’omero per diversi giorni ha prodotto una necrosi dei tessuti che fa presagire una irrecuperabilità di questo bell’esemplare di uccello rapace.
Il gheppio è una specie abbastanza comune nel Sannio, più difficile, invece, è vedere il falco di palude, in particolare perché ambienti di palude veri e propri sono rari nella provincia di Benevento. Durante il periodo di migrazione però è possibile vederlo lungo le valli fluviali che usa come corridoi per spostarsi. In effetti l’area dove è stato ritrovato il falco di palude fa parte del corridoio ecologico del Fiume Calore che in linea d’aria non è molto distante dalla zona di Monte Acero tra S. Salvatore Telesino e Faicchio. Inoltre c’è da dire che la zona telesina è molto ricca di acqua e lo dimostrano anche le sorgenti del Grassano, mentre nelle vicinanze di Monte Acero, ultima propaggine del Massiccio del Matese, scorre il fiume Titerno. Vedendo in quest’ottica la zona potremmo dire che il connubio tra corsi d’acqua e montagne ne fa un’area di elevato interesse per la quale operare opportune azioni di tutela al fine di rendere compatibili gli insediamenti umani con la conservazione della biodiversità.