L’ipotesi prospettata dal Presidente della Giunta regionale campana, Stefano Caldoro di precettare le Province affinché diano sostegno ed ospitalità nelle loro discariche ai rifiuti provenienti dall’ennesima crisi del Napoletano è un’occasione irripetibile per spezzare definitivamente questa assurda catena di Sant’Antonio che da troppo tempo fa della Provincia di Benevento l’escort preferita della Regione Campania. Ricordo la dichiarazione del Sindaco di Napoli Iervolino che rifiutava l’ipotesi Chiaiano come discarica sul proprio territorio adducendo a scusante, nel suo inconfondibile falsetto, che “Napoli non è mica Benevento!”. Come è ancora ben impressa nella memoria l’ultima deliberazione della Giunta regionale che completa con quasi 7 milioni di euro il finanziamento di un impianto di compostaggio a Salerno, dopo analoga procedura per un termovalorizzatore. E vogliamo tacere, per non aprire un ulteriore vulnus, sui milioni di euro concessi dall’allora assessore, sempre salernitano, Nocera concessi alla città costiera a fronte delle poche decine di migliaia di euro concessi a Benevento per il completamento dell’Ecocentro comunale. Sembra quindi che i due assessori salernitani abbiano una certa continuità nella loro azione amministrativa dopo il breve intermezzo di Ganapini il cui operato, per certi versi, mi ha ricordato il meteo degli anni 70 allorché nel declinare le temperature di Bolzano il termine più usato era “non pervenuto”. In conclusione, è ora di tirar fuori gli attributi, l’orgoglio sannita nonché l’antico detto: “acca’ nisciun è fesso” ritirando la propria disponibilità sin tanto anche a Benevento non sia data pari dignità con le altre Province concedendole quei finanziamenti richiesti dalla mia Azienda sin dal 2007 per completare l’impianto per il secco valorizzabile, nonché quello per il trattamento dell’umido ovvero il digestore anaerobico. La Provincializzazione della raccolta dei rifiuti diventa operativa con la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti, il che comporterebbe un immediato abbattimento della TARSU a carico dei cittadini contribuenti, e non cambiando la sigla di un’Azienda si chiami SAMTE o Pinco Palla. Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia. Lo dimostra l’importo dei bollettini giunti in questi giorni da cui si evince che il decreto legge 26 non ha apportato sostanziali modifiche se non aggiungendo un altro beneficiario. Se vogliamo dirla tutta, possiamo registrare l’impegno del Comune che ha mantenuto l’impegno a ridurla del 15% grazie anche al risparmio di gestione dell’ASIA che ha conferito nelle sue casse 300mila euro dei suoi proventi sottraendoli alle spese di investimento. Chissà se la pattuglia dei nostri rappresenti regionali di maggioranza riuscirà a far sentire questa volta la propria voce o se opterà per un gruppo misto che non potrà che essere quello delle ‘Giovani Marmotte’.
Lucio Lonardo, Presidente ASIA Benevento SpA