Al Forum PA 2010, con aggiornamento dei dati già rilevati nel 2008, è stato presentato il “rating delle Pari Opportunità” nelle Regioni, Province e Comuni capoluogo italiani, che incrocia, in un indice sintetico, la percentuale media della componente femminile all’interno di apparati dirigenziali, Consigli e Giunte. La “maglia rosa” va al Comune di Forlì, che raggiunge il 36,14%, mentre il comune di Benevento, penultimo nel 2008, conquista la “maglia nera” con la percentuale del 2,9 di “pari opportunità”.
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‘Le donne – ha detto Rito Martignetti, presidente dell’associazione Isidea – mancano negli apparati dirigenziali della Pubblica Amministrazione; più ancora nel cervello politico della “cosa pubblica”.
Non è bastata una sentenza del Tar Campania, richiesta da cittadine a proprie spese, che obbligava alla nomina di una donna nella Giunta di Benevento, nel rispetto di quell’ art. 6 bis dello Statuto comunale, che appare e scompare negli ordini del giorno del Consiglio!
Il Sindaco Fausto Pepe, senza imbarazzo e senza la cortesia di una spiegazione, attende la nuova pronuncia in arrivo del Tribunale Amministrativo Regionale, per decidersi al “grande passo” o a continuare la battaglia in sede di Consiglio di Stato, sempre a spese del contribuente.
Adattando alla nostra realtà territoriale una metafora sportiva dell’ex segretario generale del Consiglio d’Europa, Terry Davis, che sollecitava i paesi membri dell’Istituzione ad aprire le porte della politica alle donne, affermiamo convinti: “Benevento non può vincere se metà della squadra rimane negli spogliatoi!” E, se l’improvvido allenatore è perdente, va sostituito’.
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‘Ormai Benevento e il Sannio – afferma Elvira Santaniello Responsabile Campania Rete Rose Rosse – sono terra di nessuno, o meglio ognuno, chiunque, ne ha espropriato un pezzo e lo comanda a suo piacimento.
Ultimi nelle pari opportunità, ultimi nella vivibilità, ultimi negli investimenti, ultimi nel mondo del lavoro, ultimi nella scuola e nella cultura, ultimi nell’amministrazione saggia, democratica e pro populo, ultimi soprattutto nella partecipazione.
Mi chiedo come può una città capoluogo di provincia, sede universitaria, piena di storia e sapere e con oltre 60.000 abitanti, vivere così alla giornata. Il motto dei Beneventani è ‘tiramm’ a campà’! C’è gente, o meglio, ci sono tante persone qualsiasi, che hanno strappato alla città e alla cittadinanza l’amministrazione pubblica, gli enti, la politica, i partiti, l’arte, la cultura e le hanno fatte proprie, le hanno estirpate da un contesto sociale e hanno trasformato tutto in organismi autoreferenziali”.