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Cives, si è tenuto l’ottavo incontro

Scritto da il 19 febbraio 2010 alle 17:38 e archiviato sotto la voce Sociale. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Si è tenuto ieri, presso il Centro di Cultura “Raffaele Calabrìa” di Benevento, l’ottavo incontro CIVES – Laboratorio di Formazione al bene comune.

Proseguono i lavori della terza sezione del laboratorio, L’emergenza educativa. Ospite dell’incontro il prof. Domenico Delle Foglie, portavoce nazionale di Scienze e Vita, che ha discusso il tema Le nuove sfide della biopolitica.

Delle Foglie ha ripreso la recente affermazione di Papa Benedetto XVI, secondo il quale “la questione antropologica è la nuova questione sociale”. “Sono proprio i cattolici, oggi – ha continuato – a dover prendere in carico tutti i valori della vita e della morte, senza fare “selezioni naturali” e prescindendo da qualunque colore politico”.
Cuore del problema è la definizione di biopolitica e l’individuazione delle sfide. “La biopolitica – ha affermato – è il controllo di un potere dominante sulla vita, sulla salute e sulla morte. Una questione nata solo di recente, negli anni ’70, con Michel Foucault, che per primo definì la biopolitica come la possibilità per lo Stato e i suoi poteri di inserirsi nella dimensione biologica delle persone. Possibilità dimostrata emblematicamente nel secolo scorso, con il duro prezzo pagato dall’umanità a causa dei totalitarismi”.
“La biopolitica – ha precisato Delle Foglie – non è una semplice traduzione in leggi di ciò che è la vita, ma il fenomeno moderno della totale presa in carico della vita biologica da parte del potere, potere che pretende di definire i confini e il valore della vita stessa”.
Per meglio comprendere il senso della biopolitica, il portavoce di Scienza e Vita ha voluto citare Francesco D’Agostino, filosofo del diritto che si rifà ad Aristotele insistendo sul carattere politico dell’uomo. “Nella vita pubblica che si esplica nell’agorà (la piazza), l’uomo si rivela come un animale culturale. E’, però, in quella privata (la casa) che egli costruisce l’umanità, realizzando i bisogni primari della vita. Questa divisione aristotelica fra piazza e casa ci permette di comprendere che senza la “casa”, intesa come luogo in cui diventa esseri umani, l’uomo non può neanche stare nella “piazza”, cioè nella vita politica”.
“Ecco perchè – ha insistito Delle Foglie – bisogna rispettare sempre il criterio della nuda vita, ovvero il riconoscimento del diritto naturale; nella società odierna, invece, questa dimensione è profondamente contestata, avallando la tesi che l’uomo sia il prodotto della cultura e del desiderio, con la difficoltà oggettiva di riconoscere l’inizio e la fine della vita”.

Le sfide che la biopolitica ci pone oggi riguardano innanzitutto l’aborto. Il problema sta nella percezione della questione, poiché oggi l’aborto è percepito come un diritto (sancito da una legge) e non come un’opzione consentita e penalmente non rilevante. Il bambino è, per molti, il “prodotto del concepimento” e l’aborto “interruzione volontaria di gravidanza”, a dimostrazione del fatto che linguaggi di questo tipo si adoperano ad hoc, solo per spostare l’attenzione dal problema.

A proposito della pillola abortiva RU486, Delle Foglie ha affermato che “la gravità del problema risiede nel fatto che i medici hanno voluto spostare l’insostenibile responsabilità morale dell’aborto da se stessi alle donne, in questo caso uniche responsabili dell’atto abortivo, compiuto da sole”.

La cosiddetta pillola del giorno dopo rappresenta, inoltre, un problema nel problema, poiché è considerata come “contraccettivo”, deviando volutamente dalla realtà.

Altre sfide della biopolitica sono la procreazione medicalmente assistita e la fecondazione eterologa – “per fortuna ancora non consentita in Italia” – e l’eutanasia. Su quest’ultimo aspetto il portavoce ha distinto il livello dell’eutanasia e il livello della legislazione del fine vita. “Le due questioni che rendono l’eutanasia accettata – ha dichiarato – sono la paura del dolore e la paura della solitudine. Per la prima si parla di “palliazione”, cioè delle cure palliative che devono essere garantite a tutti i cittadini con un dolore ingestibile. Per la paura della solitudine, studi recenti hanno dimostrato che in presenza di cure palliative e sostegno familiare, la domanda di morte cala drasticamente”. Il compito dei cattolici è, quindi, quello di riuscire sempre a vedere la vita dove gli altri non la scorgono, ad allontanare il rischio che la bioetica faccia dell’eutanasia un atto di gestione burocratica.
Altre sfide sono la possibilità di generare chimere e ibridi, cioè l’incontro fra materiali genetici umani e animali, oltre alla cosiddetta pillola dell’immortalità, che favorisce la rigenerazione cellulare bloccando i processi di invecchiamento: “Una biopolitica che sceglie questi tipi di ricerche – ha chiosato – ci porta inevitabilmente alla creazione di nuove disuguaglianze”.

In conclusione, senza mai perdere di vista la distinzione tra la nuda vita (la casa per Aristotele) e la politica (la piazza), il portavoce ha detto “sì alle leggi pro vita e a quelle a favore della fragilità umana, per consentire all’uomo di affrontare al meglio le questioni della biopolitica, difendendo, senza sè e senza ma, la nuda vita con tutte le sue imperfezioni e le sue verità”.

CIVES è organizzato dall’Ufficio Problemi Sociali e Lavoro della Diocesi di Benevento, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Centro di Cultura “Raffaele Calabria”.

“Un’agenda di speranza per il futuro del paese e del Sannio” è il tema posto al centro della riflessione dell’edizione 2009/2010 del laboratorio, scelto in sintonia con la tematica della prossima settimana Sociale dei Cattolici Italiani, in programma nell’ottobre 2010 a Reggio Calabria.

L’iniziativa formativa punta a motivare giovani e adulti ad una cittadinanza attiva e all’impegno nel campo sociale e politico. CIVES è, inoltre, occasione di approfondimento della recente Enciclica di Papa Benedetto XVI Caritas in Veritate, cui vengono dedicati tre dei dodici appuntamenti previsti nel programma.

La direzione scientifica del percorso è affidata al prof. Paolo Rizzi, Direttore del Laboratorio di Economia Locale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; coordineranno i lavori Ettore Rossi, Direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e Lavoro della Diocesi di Benevento, e Daniele Mazzulla, Coordinatore del Centro di Cultura “Raffaele Calabrìa”.

Come nelle passate edizioni, la modalità laboratoriale prevede sessioni riservate a lavori di gruppo, in cui i partecipanti elaboreranno proposte e istanze per la crescita civile, sociale ed economica del territorio della provincia di Benevento. Si presterà, inoltre, attenzione alla realtà italiana nel suo complesso.
La prossima sezione sarà dedicata alla partecipazione sociale e politica. Interverranno relatori e testimoni qualificati di rilievo nazionale e locale.
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