“Stupisce che la chiusura del presidio ospedaliero di Cerreto Sannita sia stato accompagnato da un assordante silenzio delle forze politiche e sociali del territorio che stride ancora di più se si pensa alla coraggiosa battaglia che stanno conducendo in questi giorni i cittadini dell’Alta Irpinia per difendere l’ospedale di Bisaccia. Non vorremmo che l’immobilismo della classe dirigente del nostro territorio, a partire dalla Provincia e dalla deputazione regionale e nazionale, finisca per penalizzare soltanto un’area interna del Sannio che ha già pagato un prezzo alto in passato in termini di depotenziamento di servizi. Pensiamo allo smantellamento del Psaut di Cusano Mutri che era un presidio importante per assicurare cure di primo intervento ai cittadini. Comunque nessuno intende mettere in discussione l’attuazione del piano di riassetto della rete ospedaliera presentato dall’Azienda Sanitaria Locale sannita. Ci auguriamo soltanto che tale mandato venga portato avanti in tutto il territorio regionale, senza privilegi o favoritismi territoriali, al fine di rimettere in sesto la sanità campana. Il pericolo però è che ci sia, ancora una volta, una strategia ben precisa tesa a far pagare soltanto ai territori deboli demograficamente perché senza alcun peso elettorale. Se questi timori si dimostreranno fondati non esiteremo a una forte azione tesa a salvaguardare i diritti della popolazione di un comprensorio vasto che non accetterà una simile discriminazione. Altra questione riguarda l’aumento dei ticket sanitari. La decisione della Giunta Caldoro di introdurre nuove e drastiche misure in campo sanitario nasce dall’esigenza di razionalizzare il sistema campano che oggi è fortemente penalizzato a causa di una gestione allegra e superficiale delle casse regionali che abbiamo ereditato dal centrosinistra di Bassolino. Ci rendiamo conto che l’aumento dei ticket farmaceutici e diagnostici nonché dell’aliquota dei ‘codici bianchi’ al Pronto Soccorso desta allarme e preoccupazione tra la popolazione che vede messi in pericolo alcuni servizi essenziali. Siamo dell’avviso, però, che tale scelta era inevitabile al fine di portare avanti, senza tentennamenti o retromarce, l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo chiestoci dal Governo nazionale. Nel frattempo, comunque, facciamo appello al presidente Caldoro e alla Giunta Regionale perché, in tempi brevi, vengano stabilite delle fasce di esenzione da tali misure perché non vorremmo che il deficit sanitario della Campania venga pagato soltanto dalle fasce sociali più deboli a partire da anziani, bambini e malati cronici. Accanto a ciò, inoltre, è necessario offrire un segnale chiaro all’opinione pubblica attraverso il taglio drastico di tutti gli sprechi che tutt’ora esistono nel mondo della sanità. Nell’immediato, infine, l’Esecutivo regionale coinvolga sindacati, forze sociali e presidenti di Provincia per avviare azioni comuni per la fuoriuscita dall’indebitamento e dare così rassicurazioni e risposte ai nostri concittadini”.
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