Inaugurata stasera, al Museo Arcos di Benevento, «Work in progress-… “A Bençao da Mae de Santo” – Opere Recenti» di Mario Ferrante. Erano presenti: il presidente e l’assessore alla cultura della Provincia, Aniello Cimitile e Carlo Falato, che hanno promosso l’evento; il sen. Cosimo Izzo, l’on. Nunzia De Girolamo, il questore Alberto Intini, l’amministratore dell’EPT, Giovanni La Motta, il consigliere provinciale Giuseppe Lamparelli, il presidente di Art Sannio Campania, Franco Barbato, il maggiore Massimo Rossi della Guardia di Finanza dello speciale nucleo di tutela del patrimonio artistico, che ha ritrovato, nel corso di loro operazione di polizia, un cospicuo numero di opere dello stesso Ferrante rubate su commissione.L’artista, nato a Roma, vissuto a lungo in Brasile e oggi sannita di adozione, si esprime attraverso i colori, spesso abbacinanti, frutto evidentemente del contatto e della lunga frequentazione con la sensibilità e la cultura del Paese sudamericano al quale il Maestro è tuttora molto vicino. Infatti, la mostra è stata preceduta da una intrusione di colori, appunto, ma anche di suoni, di musiche, di balli e di “riti” brasiliani grazie ad un corpo di ballo che, presso la Corte della Rocca dei Rettori, sede della Provincia di Benevento, situata accanto al Museo Arcos, ha “salutato” e “accolto” gli intervenuti alla inaugurazione della mostra. Presentando l’evento culturale, il presidente Cimitile ha sottolineato come la presenza di un corpo di ballo brasiliano non fosse da considerarsi folcloristica, ma costituisse invece un modo, anche originale, di rappresentare la cultura del viaggio e del ritorno, quella del dialogo e della “magia” dell’incontro tra le genti e le lingue costituenti tanta parte della esperienza artistica e personale di Mario Ferrante. La mostra, aperta preso i Sotterranei di Arcos sino al 4 ottobre, costituisce un percorso inaspettato per il visitatore, a cominciare dalla sabbia finissima sulla quale si cammina. L’installazione, peraltro, vuole sollecitare proprio l’idea un percorso faticoso verso nuove conquiste: non a caso, infatti, è denominata, “Work in progress” per sottolineare lo sforzo della ricerca continua di nuove forme espressive, sfruttando anche la multimedialità. La Mostra, al termine dell’appuntamento beneventano, sarà spostata a Napoli alla Domus Artis e quindi a Bruxelles ed Amsterdam.