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Sannio Sity, Cimitile: ‘Per lo sviluppo rurale filiera corta, innovazione e aggiornamento’

Scritto da il 18 gennaio 2010 alle 17:42 e archiviato sotto la voce Territorio, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

«L’agricoltura e l’agro-alimentare sono temi non solo economici, ma per quanto riguarda il Sannio costituiscono un dato forte di identità territoriale e culturale ed, inoltre, sull’agricoltura si gioca buona parte del rapporto import/export provinciale; rappresentano i capisaldi della “gree economy” che la Provincia di Benevento vuole realizzare». E’ quanto ha dichiarato stamani Aniello Cimitile, presidente della Provincia di Benevento, aprendo alla Villa dei papi il Seminario di “Sannio Sity”, moderato dal giornalista Billy Nuzzolillo e dedicato a “Un Piano di sviluppo rurale per la provincia sannita: riorganizzazione e infrastrutture di filiera, innovazione e qualità per lo sviluppo economico e produttivo del settore primario”.
L’agricoltura sannita, con le sue 14.000 imprese, pari al 44,76% del totale provinciale, è determinante nella formazione del PIL provinciale – ha detto Cimitile nel corso della sua relazione ; ma essa soffre di ben noti problemi legati soprattutto alla frammentazione delle aziende, cui di recente si è aggiunta le necessità del forzato abbandono di alcune colture, prima fra tutte la tabacchicola. A fronte di tali fattori di crisi, ha continuato Cimitile, vi sono molte produzioni di qualità che possono essere sfruttare convenientemente per rianimare l’intera economia sannita.
«Non riusciremo mai a produrre per grandi quantità», ha spiegato Cimitile; ma «Né ci conviene partecipare a grandi filiere internazionali dell’agroalimentare che ci condannerebbero a produrre a basso valore aggiunto. Dobbiamo, invece, puntare tutto sulle “filiere corte”, sull’innovazione e sull’aggiornamento con le piattaforme strutturali adeguate». Le piccole aziende locali a conduzione familiari vanno sostenute adeguatamente: «Le piattaforme di filiera corta devono diventare un onere sociale, un problema istituzionale ed economico collettivo in un progetto condiviso di lungo periodo, con stratificazioni progressive e di ampio respiro strategico – ha affermato il presidente. Apriremo un Centro studi con la cooperazione dell’Università del Sannio per portare know how e competenze professionali nel mondo rurale ed attrezzeremo ancora di più la nostra stessa struttura d’intervento come Provincia. Puntiamo – ha proseguito Cimitile – ad un vero Piano provinciale». Cimitile ha quindi contestato la Regione Campania per aver essa, nell’ambito della programmazione dei fondi europei dal 2007 al 2013, ridimensionato il ruolo delle Province dando vita ad aggregazioni territoriali in un’ottica a “geometria varabile”, nel senso che un Comune una volta appartiene ad un Ambito territoriale e per un’altra materia ad un altro. Questa disegno fa fallire ogni piano organico di coordinamento e di governo, con il rischio dell’emergere di spinte centrifughe con danno enorme per tutti. Pertanto Cimitile, ha chiesto di poter trasformare i progetti collettivi in altrettanti nuclei di incubazione e di “start up” di piattaforme di filiere.

Nel seminario è quindi intervenuto il docente dell’Università del Sannio Giuseppe Marotta. Questi ha ricordato che il settore dell’agro-alimentare sannita si deve confrontare sia sui nuovi mercati europei, sia su quelli internazionali globali. I premi europei sono sganciati dalla produzione, ma vincolati al rispetto di alcuni obblighi tra i quali quelli della sicurezza alimentare. L’agricoltura è nel Sannio l’anello debole della filiera produttiva: oggi la grande produzione agricola è in mano a proprietà straniera ed anche la commercializzazione è controllata all’estero e dunque è difficile un governo a livello locale. In questo contesto, però ci sono bisogni nuovi da soddisfare come quelli relativa alla qualità e alla certificazione della origine del prodotto: questo vuol dire che il mercato e i consumatori vogliono riportare al centro dell’interesse il territorio, con annessi servizi aggiuntivi, soprattutto quelli dell’agriturismo, i farmer-market, il turismo all’aria aperta, etc. Dunque il Sannio, che a giudizio del prof. Marotta non può misurarsi sulle grandi dimensioni produttive, può tuttavia giocare un suo ruolo nel mercato contando sul valore aggiunto del territorio e sulle filiere corte dell’eccellenza. L’emergenza prezzi ha penalizzato il reddito agricolo e accentuato molte criticità strutturali dell’agricoltura sannita, minando la fiducia dei produttori che non investono più – il che è un dato allarmante, anche perché comporta un disimpegno delle risorse europee di sostegno che pure sono stanziate per l’agricoltura locale. Pertanto, Marotta, ricordato che a breve cesseranno del tutto gli aiuti europei al tabacco, ha invocato un nuovo modello di sviluppo da parte della Regione Campania finora troppo attenta alla fascia costiera e poco rispettosa dei problemi connessi allo spopolamento delle aree interne. Intervenire per lo sviluppo rurale, tuttavia, non risolve le criticità delle aree interne: occorrono politiche di settore a tutto campo e monicomprensive. L’exit strategy dalla crisi, secondo il docente, deve fondarsi su una filiera integrata più radicata sul territorio e più organizzata tra i produttori locali. La nostra competitività sta nella qualità distintiva del territorio e nella nicchia di prodotto. Occorre fare rete e massa critica anche per la commercializzazione e marketing: non c’è un problema di finanziamenti, ma occorre uno sforzo sia dal lato dell’offerta, assistendo il territorio e accompagnando i produttori, che da quello della domanda, affinché tenga conto degli aspetti organizzativi e finanziari e della commercializzazione.

Carmine Valentino, assessore provinciale all’agricoltura, ha ricordato che la strategia della Provincia è quella di creare un percorso virtuoso con standard di elevata qualità in termini di programmazione e progettazione. La Provincia, ha detto l’assessore, intende assumere un ruolo strategico di conduzione e di regia e rivendica dalla regione il riconoscimento del lavoro svolto con la precedente stagione degli aiuti comunitari. In questo contesto la Provincia lavora per un grande Patto per lo sviluppo fondato sul rifiuto della omologazione e standardizzazione a tutela della diversità e qualità locali. Sullo sfondo dell’impegno c’è la istituzione di un “Marchio Sannio” quale sinonimo di qualità, di produzioni, di servizi, di territorio e di sistema sociale, fondato grazie allo sviluppo della ricerca scientifica applicata e sul trasferimento delle tecnologie. Secondo Valentino, infine, è necessario un grande sforzo per adeguare le infrastrutture materiali e dotare il territorio di quelle immateriali per sostenere le politiche di sviluppo in ambito rurale.

Giancarlo Nappi, assessore regionale all’agricoltura, ha parlato dalla necessità di individuare, all’interno delle dinamiche di mercato internazionale, le mille peculiarità della qualità locale al fine di consentire allo mondo rurale campano di continuare a competere. «Non possiamo consentire di accettare supinamente le produzioni di stampo fordista anche in agricoltura, ma dobbiamo avere il coraggio di lavorare ad esaltare i fattori identitari locali – ha detto l’assessore. Il mondo agricolo italiano non ha avuto – ha proseguito Nappi – un vero sostegno da parte delle Istituzioni nazionali nel contesto della pesante crisi economica internazionale. C’è stata ignavia ed ignoranza nel Governo nazionale su questo punto e la stessa opposizione nazionale non è stata affatto pugnace su questo. A Roma si è parlato solo di FIAT, mai di agricoltura; e ci sono livelli pesanti di corresponsabilità politica nell’incapacità del Ministero dell’agricoltura di far mai sentire la propria voce nell’ambito delle politiche nazionale di sostegno e di sviluppo al mondo economico nel suo complesso». Nappi ha comunque ricordato la strategia d’intervento regionale incentrata in particolare sui fondi europei, e basa sulla rimodulazione di alcuni strumenti del PSR. Egli ha quindi annunciato alcuni interventi per le filiere produttive: non è più il caso – ha spiegato l’assessore – di intervenire per sostenere questa o quella singola azienda, ma è indispensabile affrontare il tema in orizzontale, cioè partendo dalla produzione alla commercializzazione dei prodotti per sostenere l’intero comparto. A questo proposito egli ha detto che intende impedire la vergogna dell’esperienza del 2009 allorché la vendita del prodotto vitivinicolo ha profondamente offeso il produttore del vino, costringendo a mettere sotto i piedi la sua dignità di coltivatore. Nappi ha quindi confermato la sua intenzione di una piena valorizzazione della produzione vitivinicola sannita. Ha quindi ricordato le principali iniziative del suo assessorato: 1) la istituzione di una Conferenza di produzione del tabacco per discutere sulla qualità e sulla quantità nel territorio regionale al momento della fine degli aiuti comunitari; 2) il sostegno al comparto zootecnico locale che ha forti potenzialità, ma altrettante criticità; 3) la riorganizzazione del settore agrituristico con una regolamentazione più rigida; 4); la scelta di puntare sul “piccolo è bello” ma con servizi annessi di grande scala: in questo contesto, egli ha assicurato un maggiore coinvolgimento e nuovo ruolo di responsabilità alla Provincia.

Il prof. Ettore Varricchio dell’Università del Sannio ha quindi illustrato le potenzialità e le criticità del comparto zootecnico locale invitando a prestare ad esso una maggiore attenzione a causa delle sue straordinarie qualità intrinseche anche in rapporto ai temi della tutela della salute del consumatore.
E’ seguita quindi una Tavola Rotonda nel corso della quale è emersa, dall’intervento di Carlo Coduti dello STAPA CEPICA che sono state presentate con la nuova stagione degli aiuti comunitari ben 1733 pratiche per interventi in agricoltura. Di queste 600 sono state già approvate con la previsione di immissione nel circuito locale di 40 milioni di Euro di denaro fresco. Si conta che al termine della stagione di aiuti saranno stati concessi circa 200 milioni di Euro: una cifra ragguardevole, ha detto Coduti, sebbene siano state registrate difficoltà pesanti nell’erogazione dei fondi da parte della struttura amministrativa incaricata. Secondo Antonio Falessi, ex dirigente Regione Campania nel settore dello sviluppo agricolo e dott. Aniello Troiano, presidente Craa – Regione Campania, è necessario rafforzare il ruolo delle Province nella gestione e nel decentramento amministrativo delle risorse europee di sostegno: in particolare Troiano ha sostenuto la necessità di ridare slancio al patto a suo tempo siglato tra Regione e Province in tal senso, istituendo una Cabina di regia. Il presidente del Parco Scientifico delle aree interne, Floriano Panza, ha invocato di puntare tutto sui talenti locali e sulle capacità produttive del territorio; mentre. Gennaro Masiello, presidente Camera di Commercio di Benevento e presidente della Coldiretti Campania, ha chiesto che il territorio recuperi il ruolo di protagonista nelle scelte di sviluppo.
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