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direttore Antonio De Cristofaro

Università del Sannio, discussi in assemblea i problemi dell’Ateneo

Scritto da il 16 ottobre 2010 alle 10:52 e archiviato sotto la voce Primo Piano, Società. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Si è svolta stamani all’Università del Sannio un’assemblea di Ateneo per discutere sulla riforma e sui problemi dell’Università italiana, a margine anche delle proteste indette dalla categoria dei ricercatori e all’indomani del rinvio, a dopo la sessione di bilancio, del voto in aula alla Camera del Ddl Gelmini. Hanno partecipato il rettore e una folta rappresentanza di docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo. Dopo la sospensione dell’iter parlamentare, per mancanza di risorse economiche, la riforma dell’università rischia di saltare. “La Conferenza dei Rettori – ha spiegato il rettore Filippo Bencardino – ha portato avanti un dialogo con il Parlamento, convinta della necessità di una riforma organica per l’Università italiana. Adesso, invece, emerge un problema di carattere economico. Il Paese è fermo e recuperare il ritardo sarà difficile”. In questo momento di forti tensioni negli atenei, il rettore ha richiamato i ricercatori al senso di responsabilità e ad evitare che le proteste causino disagi agli studenti. “Esercitiamo una funzione pubblica e quindi abbiamo l’obbligo di garantire i servizi. Lo studente – ha detto – non può essere penalizzato da una manifestazione che può incidere sulla sua vita. Il rinvio dell’inizio dei corsi è un danno per i grandi ma soprattutto per i piccoli Atenei”. Per quanto riguarda il bilancio, le condizioni dell’Università del Sannio sono ottime. “Al momento, però – ha precisato Bencardino -, non si dispone ancora di un quadro attendibile e dettagliato circa gli effetti che l’applicazione del nuovo modello di ripartizione dell’FFO con i criteri indicati determinerà per i singoli Atenei della Campania. Non è tuttavia difficile immaginare che, avvenendo su un totale di risorse decurtato del 3,7% rispetto al 2009, esso provocherà conseguenze inevitabilmente pesanti su una larga parte del sistema universitario pubblico, conseguenze che in vari casi si sommeranno alle decurtazioni già intervenute lo scorso anno. La crisi dell’Università – ha concluso Bencardino – si inserisce in un contesto drammatico più ampio. È prima di tutto una crisi economica. Il Paese è diviso e governato da interessi territoriali forti. Assistiamo alla mancanza di una classe politica illuminata del Mezzogiorno, capace di fare opinione e di incidere sulle scelte”.

 

 

 

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