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direttore Antonio De Cristofaro

Povertà, Acli Benevento e Simposio Immigrati chiedono rilancio social card

Scritto da il 15 ottobre 2010 alle 08:31 e archiviato sotto la voce Territorio, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Alla luce dei dati allarmanti diffusi dalla Caritas, appare sempre più urgente l’attivazione di nuove politiche di contrasto alla povertà, a partire dal rilancio della social card, lo strumento introdotto dallo stesso Governo ormai quasi due anni fa». Lo afferma la presidenza dell’ associazione Simposio con la presidenza sannita delle ACLI,  che ha condiviso la richiesta del presidente nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani Andrea Olivero, che richiama la proposta avanzata dalle Acli la scorsa primavera, poi sottoposta agli uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di una “nuova social card” di importo maggiorato ed estesa a tutti i cittadini poveri, senza limiti di età né preclusioni verso gli stranieri stabilmente residenti. «L’ampiezza del disagio sociale registrato dalla Caritas – spiega Olivero – richiede un intervento strutturale. La social card ha rappresentato, pur con tutti i suoi limiti, la prima misura nazionale contro la povertà introdotta in Italia. Ma se il Governo non decide di investire su questo strumento, accogliendo le proposte migliorative, i benefici resteranno limitati e la misura andrà esaurendo presto il suo valore, come già sta accadendo. Se non vogliamo che sia un’occasione sprecata, la social card va stabilizzata, potenziata e integrata con la partecipazione degli Enti locali e del Terzo settore». La proposta presentata dalla Acli, elaborata da un gruppo di esperti, prevede l’aumento del contributo mensile da 40 fino a 133 euro di media, senza limiti di età e nessuna preclusione verso i cittadini stranieri stabilmente residenti, per un totale di 2milioni e 400mila potenziali destinatari. Integrazione della prestazione monetaria con i servizi alla persona gestiti dai Comuni in collaborazione con il Terzo settore. Le modifiche consentirebbero un incremento medio del 23% del reddito per le famiglie beneficiarie. La spesa prevista: 665 milioni di euro all’anno per tre anni. «Un volume di risorse contenuto – afferma il presidente delle Acli – rispetto agli abituali flussi di spesa pubblica. Una costo agevolmente sostenibile se c’è una scelta politica in questa direzione. Si avvia del resto a conclusione l’Anno europeo dedicato alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale, e l’Italia resta l’unico Paese dell’Unione, con Ungheria e Grecia, ad essere privo di una misura universale di contrasto alla povertà assoluta».

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