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Consiglio provinciale sui rifiuti, Cimitile: ‘Occorre un Patto di convergenza’

Scritto da il 14 gennaio 2010 alle 19:14 e archiviato sotto la voce Territorio, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

sala_provinciale21Nell’Aula consiliare della Rocca dei Rettori l’Assemblea in seduta “aperta”, presieduta da Giuseppe Lamparelli, dopo aver osservato un minuto di raccoglimento per le vittime del catastrofico sisma di Haiti, ha discusso oggi sulle nuove norme relative alla gestione dei rifiuti e sull’orientamento in particolare sull’ipotizzato ampliamento della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, nel territorio del comune di Paduli.
Il Consigliere Lucio Rubano ha dichiarato di aver chiesto il Consiglio provinciale in forma aperta il 30 novembre, più di un mese fa, sul probabile ampliamento sulla discarica. Da allora molte norme sono cambiate, ma occorre dare chiarimenti. Sul perché il Commissariato dei rifiuti aveva determinato espropri per 23 ettari accanto alla discarica di Nocecchie al confine tra Sant’Arcangelo Trimonte e Paduli, ufficialmente per spostare pali dell’energia elettrica. Nonostante assicurazioni del Commissariato, un successivo decreto legge prevedeva esplicitamente l’ampliamento di discariche già esistenti anche se “invadevano” comuni vicini. Secondo Rubano la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte è più che sufficiente alle esigenze locali provinciali.
Gianluca Aceto, assessore provinciale all’ambiente, ha giudicato “costruttiva” l’iniziativa sia dei consiglieri provinciali che delle Autorità locali sulla questione. “Noi operiamo, ha detto Aceto, in un perenne clima emergenziale, ma è positiva la fine della gestione Commissariale perché siamo sotto osservazione da parte dell’Unione Europea in materia di gestione del ciclo rifiuti. In data 29 dicembre sono stati consegnati alla Provincia le discariche di Sant’Arcangelo Trimonte e Montesarchio, nonché lo STIR di Casalduni. Il 31 dicembre è stato pubblicato il decreto legge 195, testo diverso da quello che conoscevamo il 29 dicembre”.
Secondo Aceto la capacità della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte e stata rispettata, ma ad oggi c’è ancora un troppo alto flusso di conferimenti – circa 500 tonnellate al giorno -, governato dalle residue strutture Commissariali. Con i soli conferimento locali non ci sarà bisogno di alcun ampliamento. “Abbiamo pesanti difficoltà gestionali ed istituzionali, ha detto Aceto, acuite dal fatto che la cittadinanza sannita dovrà pagare 10 milioni di Euro per mettere in sicurezza la discarica di Nocecchie, così come stabilito dal Commissariato”.
Aceto ha invocato chiarezza “su un ciclo integrato senza pasticci” – ha detto – in armonia con le esigenze del nostro territorio e senza conflitti del periodo pre-elettorale.” Il Piano rifiuti della Provincia non vuole l’incenerimento dei rifiuti, ha detto Aceto, ma sulla riduzione a monte della produzione dei rifiuti. Il sistema deve essere flessibile perché adattabile alla realtà che cambia. Pertanto, mentre occorre garantire la gestione del ciclo, tenuto conto che Casalduni si limita ad impacchettare i rifiuti come sono: occorre riconvertirlo per la bio-stabilizzazione. Il materiale oggi trattato è ricco di umidità: occorre diminuirla e questo andrebbe a vantaggio degli spazi; poi dobbiamo procedere velocemente sulla strada del compostaggio a Molinara e nella realizzazione di un altro impianto del genere nella stessa Casalduni. Dobbiamo quindi procedere anche alla realizzazione di un impianto per il trattamento del percolato. “In provincia di Benevento – ha detto Aceto – si producono circa 100.000 tonnellate: il 27% va in raccolta differenziata; con la biostabilizzazione potremmo ridurre gli spazi fino a 50.000 tonnellate annue, sempre che non migliori la raccolta differenziata, e dunque potremo diminuire i conferimenti a Nocecchie e quindi noi non abbiamo bisogno di ampliarla: la Provincia non ha bisogno di altre discariche a Paduli o a Sant’Arcangelo Triomonte”.

Roberta Checola, della Classe VB della Scuola media “Manzoni” di Paduli”, a nome dei compagni di classe ha letto quindi una lettera ai politici: “Ve la sentite di condannarci a morte? Nelle nostre scuole si parla molto di tutela dell’ambiente, ma nella realtà questa non avviene. Assumetevi le vostre responsabilità”.
Il Sindaco di Paduli, Michele Feleppa, ha affermato che si può dimostrare in maniera civile, senza attuare comportamenti disdicevoli o violenti, ma portando avanti una battaglia sulla difesa del territorio che da sempre è stata una nostra risorsa. “Ciò che chiedo a tutti è la trasparenza: essa manca nelle scelte del Commissariato e vi è anche, diciamolo, mancanza di trasparenza in alcune scelte della Provincia. La deputazione sannita, nonostante sia sempre stata invitata, è stata poco presente ai nostri incontri. E la cosa ci ha sorpreso. Di uomini così, ne possiamo fare a meno. Sottosegretari, deputati, senatori: possono andare a casa! E propri i consiglieri provinciali dovrebbero costringere, obbligare, perché la responsabilità ricade proprio sui consiglieri provinciali. Perché non investire chi queste decisioni li fa calare dall’alto? Forse i nostri parlamentari hanno paura di non essere immessi nelle prossime liste elettorali. La nostra economia agricola è crollata in maniera verticale e drammatica. E noi stiamo pagando le colpe di Napoli e di altri e non solo sul piano ambientale, ma anche su quello sanitario. Il Sannio deve per questo andare via dalla Campania perché paga direttamente le colpe di altri territori e, al colmo della beffa, paga le stesse tasse e, di più, paga alla stessa stregua di una grande metropoli. Il dramma è che le stesse Istituzioni non rispondono alle stesse Istituzioni. Dove sono l’ASL e l’ARPAC che devono risponderci su quesiti essenziali circa la nostra salute? Consideriamo le strade statali e provinciali, attraversati dai camion che hanno portato via milioni di tonnellate di materiali di risulta e poi hanno portato milioni di tonnellate di rifiuti che hanno devastato tutto. Tutto questo comporta la fine dell’agricoltura e la fine del territorio nel suo complesso: per questo chiedo le dimissioni di tutti gli enti e di tutte le istituzioni. Chiediamo di conoscere quando la discarica sarà chiusa; ristori territoriali e ambientali su tutta l’area; il monitoraggio dei conferimenti. Il sindaco ha chiesto infine che la Provincia assuma un deliberato del Consiglio che sia un vera determinazione e non semplici voti”.
Il Sindaco di Sant’Arcangelo, Romeo Pisani, ha chiesto di verificare il nome dei presenti anche a livello dei sindaci: perché c’è una notevole indifferenza su questi temi dei rifiuti. Il sindaco ha ricordato che il 14 aprile 2007 la sua cittadina non fu indicata come sede di discarica. Quindi ci fu una vigliaccata nei danni di Sant’Arcangelo Trimonte, cancellando Paduli che era previsto, ed inserendo invece Nocecchie in dispregio al deliberato della Provincia ed in assenza di qualsiasi indicazione della locale Amministrazione comunale. “Cosa faremo – si è chiesto – quando sarà esaurita l’attuale portata della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte? Chi controlla dal punto di vista sanitario il materiale conferito in discarica?”
E’ stato quindi consegnato da Nicola Rubino un documento redatto con la collaborazione congiunta del Comune di Paduli, la Parrocchia “San Bartolomeo Apostolo” di Paduli con don Enrico Iuliani, il COPSA-Comitato Paduli Sannio Ambiente e le associazioni di cittadini tutte, operanti sul territorio, preoccupati dal paventato rischio di un ampliamento della discarica regionale di Sant’Arcangelo Trimonte, rimettono all’attenzione della Provincia di Benevento questo documento, auspicando che esso sia oggetto di attenzione e di impegno nei confronti dei cittadini che vivono nel territorio in cui è ubicata la discarica per lo sversamento dei rifiuti indifferenziati. Dal 31 dicembre 2009, data decretata fine dell’emergenza rifiuti in Campania per decreto, il Sottosegretariato all’Emergenza Rifiuti ha lasciato alla comunità di Paduli e di Sant’Arcangelo Trimonte un conferimento ed una gestione dei rifiuti alquanto confusa ed oscura.
Considerando che anche la Provincia di Benevento, per voce del Presidente Cimitile in qualità di Commissario, e dell’Assessore all’Ambiente, gli amministratori ha espresso dubbi e perplessità simili ai nostri, per una maggiore chiarezza chiediamo, nel documento si chiede quale sia lo stato dei luoghi dell’area oggetto di discarica. Nel documento ci si dichiara fortemente preoccupati per la salubrità dell’ambiente e di conseguenza della salute delle popolazioni che vivono nei territori limitrofi alla discarica e di tutte quelle coinvolte nel suo raggio di impatto. Si impone dunque un intervento presso le Autorità competenti, ASL e ARPA Campania/Benevento, nonché la società gestore della discarica DANECO srl e il Comune di Sant’Arcangelo Trimonte in possesso di autonome e dovute indagini, al fine di poter entrare in possesso delle analisi dei monitoraggi ambientali, pregressi e futuri, effettuati sul sito della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte e zone limitrofe. Occorre effettuare ulteriori analisi e monitoraggi per un raggio d’azione di almeno 10 km, realizzando anche una mappatura dei punti sensibili e a rischio. Non essendo in atto nessun controllo, dal 1 gennaio 2010 ad oggi, non si conosce – si legge nel documento – la tipologia del materiale conferito nell’invaso; quindi riteniamo opportuno che si attui da subito una verifica tesa ad approfondire la tipologia dei rifiuti conferiti in discarica durante questa fase di transizione attraverso una relazione dettagliata sulla quantità e qualità di rifiuti conferiti nella discarica regionale. Si chiede inoltre di conoscere tempi e modalità per la realizzazione della necessaria bonifica. La discarica di Sant’Arcangelo Trimonte è ormai quasi satura: occorre conoscere la quantità di rifiuti conferiti ad oggi e quante tonnellate di rifiuti è ancora destinata ad accogliere; quali saranno i necessari interventi di messa in sicurezza del versante e/o le opere di modifica strutturale del sito; quali modalità, tempi, costi e azioni che si intendono intraprendere, con riferimento anche alla data in cui si prevede la chiusura della citata discarica e la sua gestione a fine conferimento rifiuti e per i prossimi 30 anni. Il documento chiede inoltre sostanziali modifiche al decreto legge in discussione al Parlamento. Infine, si chiedono di informare i cittadini sulle modalità con cui verrà gestita la Tarsu e promuovere un incontro con i sindaci dei 78 Comuni della Provincia su tale punto.
Don Enrico Iuliani, parroco di Paduli, ha elencato i disagi che affronta la popolazione. La discarica non è di Sant’Arcangelo Trimonte, ma di Paduli-Sant’Arcangelo Trimonte: “il valore immobiliare della case non c’è più, l’agricoltura non c’è più; il paese non c’è più – ha scandito il parroco”.
Nicola Colangelo di CODISAM: noi stiamo provando a scuotere le coscienze. Politica, istituzioni e cittadini devono capire che noi non siamo più in democrazia, ma in uno stato di sudditanza. Ha chiesto quindi comunione (unione), corresponsabilità e collaborazione.
Massimo Del Vescovo di Sant’Arcangelo Trimonte – in rappresentanza della opposizione in Consiglio comunale – , ha contestato lo stesso sindaco di Paduli di aver parlato diversamente da oggi quando era consigliere. Egli ha inoltre ha accusato un sistema di potere che governa la Provincia di voler affossare il territorio del Sannio.
Francesco Cocca, già presidente del Consorzio BN3, ha affermato che la gestione dell’emergenza rifiuti sia stata la rovina più grande per il Sannio. Ora però le Istituzioni locali devono riappropriarsi dei proprie poteri ed evitare gli errori del passato. Noi dobbiamo dire che il Sannio si gestisce da sé per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti. Possiamo recuperare l’impianto di Molinara rendendolo funzionante per tutto il territorio con un investimento di soli 100mila euro. Quindi possiamo gestire il ciclo intero della gestione dei rifiuti salvaguardando il territorio in una unitarietà di intenti.
Nicola Boccalone, coordinatore cittadino del PDL, ha affermato che il decreto legge 195 non ha sostanzialmente modificato le legge regionale n. 4 del 2007 sia per quanto riguarda le competenze dei Consorzi e l’impiantistica e sia la stessa fine dell’emergenza. In sostanza, secondo Boccalone, la Provincia è giunta impreparata per difetto di politica di programmazione e lamenta oggi grossi ritardi d’intervento. “Dobbiamo recuperare il tempo perduto – ha detto: adottiamo il Piano d’ambito per individuare quale sia lo strumento per la gestione del ciclo rifiuti”. Boccalone ha quindi chiesto un tempo preciso per il Piano e a tutte le strumentazione pianificatorie di corredo: questa è la risposta che l’Amministrazione Cimitile deve dare al Sannio e non girare più intorno al problema. Per ciò che riguarda la TARSU, Boccalone ha detto: “io credo che il contributo che l’ANCI intende dare alla questione non tiene conto di una serie di norme, come quella che regolamenta la gestione sei servizi locali economici e che si tratta di un servizio pubblico. Io credo che si possa fare riferimento alle norme sulla fase transitoria che rinvia tutto il sistema alla entrata in funzione del servizio del ciclo integrato; che si possa mantenere la capacità impositiva in capo agli enti locali. Questa è non solo una opportunità, impatta favorevolmente con le norme di procedimento. Si può lasciare che i comuni incassano la tassa per mantenere il rapporto con le loro attività dirette e mantenere in vita gli attuali rapporti”.

Domenico Vessichelli, capogruppo opposizione comune di Paduli, ha dichiarato di sottoscrivere il documento dell’amministrazione comunale; ma tale discorso, a suo dire, andava fatto a suo tempo nella veste di consigliere provinciale.

Il Sindaco di Benevento, Fausto Pepe, ha affermato che non occorre dire solo “no”, perché occorre senso di responsabilità. Se vogliamo ricercare “le colpe”, esse sono egualmente distribuite tra la destra e la sinistra: è obiettivamente così. La Provincia di Benevento è stata la prima a costituire una società per i rifiuti in Campania: se siamo arrivati in ritardo, siamo comunque arrivare primi fra i ritardatari. “Noi non siamo usciti dal 31 dicembre dalla emergenza rifiuti, perché non è cambiato nulla nei nostri comuni. Se non ci fossero le amministrazioni comunali non si sa da chi dovessero essere pulite le nostre strade. L’unica verità è che c’era una infrazione europea e non potevamo perdere la faccia nei confronti dell’Europa. Tutti sapevamo che per legge dovevamo uscire dall’infrazione europee, e, nonostante ciò, nessuno ha fatto nulla su questo punto. Ma il decreto legge va ad incidere sul nostro territorio perché penalizza anche i comuni virtuosi”. Il sindaco ha sostanzialmente riconosciuto che la legge regionale del 2007 ha creato, come ha detto Boccalone, i presupposti del decreto; ma questo non ci esime dal chiedere i cambiamenti necessari al 195: se ha sbagliato il governo di centro sinistra della Regione, lo stesso non può essere avallato con il governo di centro destra a Roma. “Non può essere consentita una gestione affidata alle Province – ha detto – senza che queste abbiano la organizzazione per farlo: ci avviamo verso un nuovo disastro. L’evasione della tassa rifiuta in alcune aree della regione è al 90%: come potrà la Provincia incassare ciò che non riescono a fare i comuni. Ci sono dunque spazi bpartzan per modificare il decreto legge e quindi dobbiamo richiederli. Dobbiamo poi darci tempi precisi per la pianificazione e la programmazione d’intervento in materia di gestione del ciclo provinciale dei rifiuti basato esclusivamente sulla raccolta differenziata spinta, che tuttavia presuppone pur sempre l’esistenza di una discarica nella quale dovrà essere conferito il residuo di tutto il riciclaggio e della raccolta differenziata”

Nino Lanzotti, assessore del comune di Montesarchio, premesso che i rifiuti non hanno colore politico, ha dato solidarietà ai cittadini di Paduli e Sant’Arcangelo. Montesarchio è uno dei comuni virtuosi, essendo da anni superiore al 50% la quantità di della raccolta differenziata. “Oggi abbiamo fatto una unione di comuni, con quello di Bonea, per poter aumentare il più possibile la raccolta. Funziona, soprattutto perché abbiamo vissuto sulla nostra pelle i forti disagi che si vivono in un comune che ospita una discarica regionale. Chiedo un tavolo istituzionale fra Comuni e Provincia per discutere e trovare soluzioni condivise su questo problema”.

Mena Laudato, Sindaco di Pannarano, ha denunciato il fatto che si è giunti al punto che i piccoli comuni debbano fare delle “ordinanze” altrimenti le imprese di raccolta rifiuti non procedono con il loro lavoro. “Noi siamo al 30% della raccolta differenziata porta-a-porta, per cui, ci vuole una alleanza tra comuni e Provincia per portare avanti una alleanza e che si riscriva gli articoli che non vanno del decreto legge”.

Gennaro Santamaria, segretario provinciale UDC
Le condizioni che ci spinsero a chiedere la convocazione di questo consiglio, erano completamente diverse e stavamo ancora con il commissariato dei rifiuti che procedeva a fare analisi e rilievi sulla discarica di Sant’Arcangelo: allarme che oggi si è dimostrato essere più che giustificato. La provincia di Benevento produce annualmente 100mila tonnellate di rifiuti, Sant’Arcangelo ne potrebbe contenere circa 1 milione di tonnellate: vale a dire che se quella discarica l’avesse utilizzata la sola provincia di Benevento sarebbe stata disponibile per 10 anni. Il dramma è che deve accogliere i rifiuti di altre province. Il ciclo dei rifiuti in Campania, non è pronto: di questo ne dobbiamo prendere atto. L’incontro di oggi si deve chiudere con l’accoglimento della proposta di deliberazione che viene dal Comune di Paduli, ma in sostanza possiamo dire con cognizione che quella discarica non vada utilizzata oltre al suo dimensionamento attuale. A fianco a questo, Santameria ha chiesto l’impegno a tornare in Consiglio provinciale per discutere e approvare il Piano integrato di gestione dei rifiuti e integrare gli atti deliberati con i suggerimento sul decreto per far partire sul territorio un ciclo dei rifiuti che così com’è non va bene.

Claudio Cataudo, sindaco di Ceppaloni, ha condannato la fine dell’emergenza dei rifiuti così come disposta dal decreto legge 195 e che azzera il lavoro che è stato portato avanti dalla sua Amministrazione e che ha portato al 50% di raccolta differenziata. Come si fa a continuare al lavoro senza avere fondi a disposizione visto la TARSU va trasferita alle Province.
Zaccaria Spina – Presidente Comunità montana del Fortore – ha voluto ricondurre l’attenzione sul motivo della convocazione del Consiglio ovvero la discarica sul territorio di Paduli e Sant’Arcangelo. “Se consideriamo che in quella zona, a meno di 20 km, abbiamo la discarica di Savignano Irpino, vi renderete conto del disagio che vive l’intera area. Ci vuole un deliberato contro sull’allargamento della discarica di Paduli: l’argomento deve essere questo e solo questo.

E’ cominciato quindi il dibattito in Consiglio.
Gennaro Capasso ha detto che quando un territorio si deve muovere così in massa, coinvolgendo scuole, cittadini ed istituzioni, significa che qualcosa non va: in questo territorio è giunto il momento che queste emergenze di tipo sociale non avvengano più. Che il 31.12.2009 finiva l’emergenza, era cosa chiara. I cittadini devono sapere che quando in Commissione arrivò la prima bozza di statuto della società SAMTE per i rifiuti, questa doveva occuparsi anche di manutenzione, di autovelox ed altro. Non ci può essere ristoro per la salute umana, come avviene per l’ambiente. Era opportuno che i parlamentari fossero stati presenti, ma non dipende da loro bensì da chi ha convocato questa riunione. “Ieri siamo stati a Roma per seguire i lavori della Commissione, che si riunirà di nuovo martedì prossimo: c’è grande interesse sulla questione da parte di tutti i parlamentari. Dobbiamo decidere, da parte nostra, una sola cosa: quando deve chiudere Sant’Arcangelo Trimonte e qual è il piano di bonifica. Su questo, condividiamo la proposta di deliberato con una aggiunta: che anche gli altri comuni che hanno dato su questa emergenza, come Montesarchio e San Bartolomeo, non vengano più aggravati di questi problemi. Ed infine che il piano dei rifiuti, in tempi rapidi, approdi in questo Consiglio per essere discusso e sul quale ci possiamo confrontare in maniera serie e concreta per arrivare ad una definizione sul ciclo integrato dei rifiuti in provincia di Benevento. Ma ad oggi, atti concreti, non ne abbiamo ancora visti. E soprattutto, ancora non abbiamo individuato un altro sito: dobbiamo anche dire che entro 30 o 60 giorni la Provincia individui un sito alternativo, per evitare che in una fase di emergenza, si vadano ad utilizzare quelle esistenti”
Spartico Capocefalo ha invitato a dare soluzioni dei problemi al di fuori delle logiche di potere e dei carrozzoni politico-clientelari che hanno sprecato risorse pubbliche. I sindaci devono far parte della Società dei rifiuti: in questo modo, si potranno ripartire i dipendenti delle società che in precedenza provvedevano al ciclo.
Luca Ricciardi ha detto che il tema della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte è di tale dimensioni da non poter essere confinata in una semplice bega territoriale. I cittadini di Sant’Arcangelo Trimonte, Paduli e Buonalbergo hanno il diritto di poter continuare a vivere sul proprio territorio. Ha contestato una mancanza di atti e chiarezza tra la documentazione della provincia e che avrebbe dovuto chiamare a maggiori coinvolgimento sia del Consiglio che della stessa deputazione politica. Ha chiesto la pubblicazione dei dati sul monitoraggio della qualità dei conferimenti, ma anche il Piano provinciale dei rifiuti, lo Statuto della Società SAMTE ed il Piano industriale della stessa. Ha chiesto infine la de-politicizzazione della SAMTE.
Angelo Capobianco ha espresso la propria solidarietà alle popolazioni dei comuni colpiti dalla discarica di Nocecchie.
Ha quindi replicato Gianluca Aceto. Questi ha riferito sui tempi della modifica del decreto legge n. 195. L’assessore ha assicurato il monitoraggio e le bonifiche di Nocecchie e che deve essere attivata una nuova Commissione tecnica che sovraintenderà al monitoraggio dei conferimenti. Ha assicurato la trasmissione del Piano rifiuti al Consiglio e la discussione sul piano tecnico industriale da redigere a cura del dott. Angelo Pierobon, consulente dello stesso Ministro Prestigiacomo. Il costo della messa in sicurezza della discarica di Nocecchie è stata indicata dal Sottosegretariato.
Aniello Cimitile, presidente della Provincia, ha espresso un giudizio positivo sui contributi venuti dal territorio. C’è un grande bisogno di un Patto di convergenza che vada al di là delle contrapposizioni politiche – ha detto. Cimitile che, ha parlato anche nella sua veste di Commissario, ha insistito sul fatto che non occorra fare la figura dei capponi di Renzo che si beccano tra di loro ed ha dunque invitato tutto il territorio a lavorare compatto per uscire dalla emergenza. La sua Amministrazione ha cercato di dare una svolta in positivo con un dialogo con i territori; ha rivendicato di aver partecipato a numerosi tavoli di confronto presso il Commissariato, ma, poi, la Provincia di Benevento è stata estromessa da quel tavolo forse perché aveva contestato lo stesso Commissariato all’emergenza dei rifiuti. Cimitile ha quindi rivendicato a merito della sua Amministrazione l’aver ottemperato agli obblighi previsti dal decreto legge 195 e tutto questo mentre tuttora si ignora l’analisi merceologica dei conferimenti in discarica, nonchè il piano industriale precedente, ed infine con appena 450mila Euro di finanziamento complessivo garantito dallo Stato. Questa è una beffa secondo Cimitile perché la dotazione è polarizzato sul numero degli abitanti residenti, ma il Sannio, ha detto, ha subito “importazioni” di centinaia di tonnellate di rifiuti di spazzatura provenienti da altre aree. Il decreto che pone fine all’emergenza, tuttavia, ha precisato Cimitile, non ci porta al ciclo di gestione precedente, così fallimentare, ma ha almeno il merito di gettare le basi per un ciclo del tutto nuovo. Occorre dunque mettere a punto una struttura completamente nuova rispetto al passato. La responsabilità ora è davvero dei territori per la migliore gestione del ciclo. Ora, ha scandito Cimitile, rispetto a questo si può dire con forza: “non ci sarà alcuna discarica a Paduli, fino a quando ci saremo noi. Il nostro Piano dei rifiuti non prevede alcuna discarica in quel territorio”.
Cimitile ha assicurato di voler portare il Piano in Consiglio provinciale ed alla discussione con il territorio: il processo che approva questo Piano deve essere condiviso da tutti. “Non mi aspetto nessuna contrapposizione aprioristica, ma chiedo che il Parlamento dica chiaramente cosa deve fare la Provincia,cosa i Comuni e soprattutto evitare il conflitto istituzionale tra enti pubblici”.
Quindi ha concluso: “Noi produciamo 99mila tonnellate di rifiuti: ma noi dobbiamo giungere all’abbattimento di tale quantità perché questo ci impone la stessa Unione Europea. Per esempio dobbiamo giungere alla riduzione degli imballaggi. La raccolta differenziata spinta porta a porta deve essere incoraggiata ed in alcun modo vanno umiliati quei comuni che hanno raggiunto punte di eccellenza. Si pone un problema di riciclo e riuso dei materiali per una quantità almeno del 45% del totale dei rifiuti prodotti. Dobbiamo giungere al compostaggio ed infine al trattamento dei rifiuti a freddo. Tutto questo deve portarci all’obiettivo di sistema di giungere solo al 10% in discarica, cioè a sole 9mila tonnellate da giungere nel 2014”. La Provincia e nemmeno i Comuni da soli – ha detto il presidente-Commissario – ce la faranno mai e dunque occorre fare sistema territoriale e politico.
Su questo dibattito, protrattosi per oltre cinque ore, il Consiglio provinciale di Benevento ha approvato a voti unanimi un documento, su proposta del consigliere Lucio Rubano, concepito così:
1) delibera di non prevedere alcun ampliare la discarica di Nocecchie né sul territorio di Sant’Arcangelo Trimonte e Paduli;
2) delibera di aggiornare ad una prossima riunione del Consiglio una discussione sul contenuto del decreto legge 195, affinché nel recepire le le istanze e preoccupazioni degli amministratori locali sulle questione delle risorse finanziarie relative alla gestione del ciclo rifiuti e della TARSU, siano presentate proposte emendative del decreto stesso all’attenzione della deputazione parlamentare per la conversione in legge;
3) delibera di richiedere al Commissario-presidente comunque entro sessanta giorni il Piano provinciale dei rifiuti alla definitiva approvazione del Consiglio;
4) di istituire una Commissione di verifica e controllo sui flussi, sulla qualità, sul monitoraggio del conferimento con la presenza dei sindaci di Paduli, Sant’Arcangelo Trimonte e dei Comitati già costituiti.

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