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El Kozeh replica a Iele: “A Benevento serve un patto per la cultura, non episodi isolati”

Scritto da il 13 luglio 2010 alle 09:49 e archiviato sotto la voce Attualità. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Jean Pierre El Kozeh, operatore culturale beneventano, ha replicato alle dichiarazioni di Pierluigi Iele sulla questione finanziamenti per la cultura al Comune di Benevento. Ecco la nota integrale di El Kozeh:

“Evidentemente non è semplice tentare di mantenere il livello del dibattito alto quando in risposta ad idee ed argomentazioni  ricevo l’ accusa di scarsa indipendenza intellettuale o, peggio, l’ invito più o meno velato a farmi i fatti mei finchè non sarò più presente a Benevento.

Mi spiace per Pierluigi (e per quanti la pensano come lui) ma non riusciranno a depotenziare l’interesse e l’amore per la mia Città che manifesto con l’attenzione costante per un ambito, quello culturale,  in cui reputo – forse immodestamente – di poter dare un contributo di idee convinto da sempre che la cultura sia il vero motore della crescita sociale di una comunità.

Io non sono neutrale, ho delle idee precise e su esse mi confronto con lealtà e trasparenza: ho – da sempre e non da ieri – una visione precisa e chiara su come debba essere impostata una politica culturale seria e di prospettiva e non coincide con quella dell’ attuale amministrazione comunale.

Questo non vuol dire che critico tutto e sempre: apprezzo vari episodi che questa amministrazione ha realizzato (prima su tutte Universo Teatro) e che ho detto pubblicamente in futuro dovranno essere preservate ad ogni costo.

Detto questo non riconosco invece a questa amministrazione capacità (o volontà) gestionale necessaria a dare slancio ed impulso all’ intero settore: è tutto troppo frazionato, poco ottimizzato , c’è poca cultura del  management ed una pessima qualità della spesa ovvero paghiamo troppo le cose (tra cui il neomelodico citato da Iele).

Altro esempio:  gli sponsor di cui parlo io, le grandi aziende  (di quelli di cui parla Iele non so) vogliono vedere piani di marketing ed efficaci campagne   pubblicitarie  di rilievo nazionale che vanno programmate con largo anticipo: come pensiamo di intercettarli se riusciamo a fare i manifesti dei programmi solo qualche settimana prima dell’ inizio delle rassegne?

Ribadisco quindi: non basta saper intercettare i finanziamenti, bisogna anche saperli spendere (in termini di qualità) altrimenti si rischierà sempre di ricominciare da capo.

Io sono ben felice che Pierluigi sia riuscito a lavorare a Benevento in Riverberi: ma per lui che ha lavorato quante professionalità egualmente qualificate non hanno potuto farlo? Ma soprattutto, può bastare un episodio o anche due per consentire a dei professionisti dello spettacolo di vivere dignitosamente del proprio lavoro? Se oggi ci poniamo queste domande dopo tutti i soldi “investiti” in attività culturali a Benevento in questi anni vuol dire che qualche problema c’è: non si è riuscito a creare industria!

La mia visione (realizzabile!) è che Benevento diventi non solo palcoscenico permanente (che ancora non è) ma centro di produzione stabile (in tutti gli ambiti dell’ entertainment) e che riesca ad assorbire tutte le qualificatissime professionalità del territorio (presenti su esso o meno). E che in tempi medi – che tra l’ altro ci impone la Comunità Europea – riesca a dismettere la necessità del pubblico finanziamento sempre e comunque perché le attività culturali saranno riuscite a diventare autoremunerative.

E’ un sogno ambizioso ma non impossibile,  realizzabile solo con l’ impegno di tutti! Per questo serve quindi un Patto per la Cultura:  per consentire di costruire insieme un percorso di crescita reale, che esalti i punti di contatto (che ci sono) e marginalizzi le disgiunzioni; ma soprattutto a salvaguardia di tutti per non consentire più che scompaiano pezzi importanti della nostra storia e di tutti noi perché un politico (di qualunque parte esso sia) ha deciso così”.

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