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Conservatorio, la FLC CGIL risponde a Delli Veneri: il badge non fa paura a nessuno

Scritto da il 13 maggio 2010 alle 20:38 e archiviato sotto la voce Primo Piano, Scuola. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Alla luce di quanto dichiarato dal segretario della FLC CGIL, signor Vincenzo Delli Veneri,  nella  mordace nota dal  titolo “Chi ha paura del badge”,  i docenti del Conservatorio di Benevento firmatari del presente documento ritengono opportuno  chiarire quanto segue. Il complesso delle attività didattiche, com’è noto, trova puntuale e dettagliato riscontro nel registro personale dove ciascun docente è tenuto ad indicare per ogni singola lezione effettuata la data, il numero di ore, l’aula, gli argomenti trattati,  le assenze degli studenti, e riportare al termine del corso in un consuntivo generale le ore di insegnamento frontale effettivamente impartite  e le ore non svolte, per le quali corre l’obbligo di indicarne tra l’altro anche la motivazione. Tanto in applicazione dell’art. 25 del vigente contratto collettivo nazionale che al punto 5  ribadisce altresì che il registro “fa fede ai fini del computo del monte orario”,  attribuendo quindi a tale documento valore di autocertificazione con conseguenti sanzioni penali in ipotesi di mancata veridicità. A ciò si aggiunga inoltre che,  ai fini di ulteriore accertamento della presenza dei docenti in sede, ciascun professore per ogni  giornata di lezione è tenuto ad apporre firma sul foglio di entrata e di uscita predisposto quotidianamente in sala professori dagli uffici amministrativi, vecchia prassi quest’ultima in uso ancora solo presso alcuni Conservatori, tra i quali  appunto quello di Benevento. Risulta quindi di palmare evidenza che nei confronti del personale docente esiste già un efficace meccanismo di controllo e tracciabilità non solo delle presenze ma dell’ attività didattica nel suo complesso, per cui il badge, ci spiace per il signor Delli Veneri,  non può far paura a nessuno, sia ai tanti docenti che si dedicano da sempre a questa professione con impegno e passione garantendo un alto grado di livello didattico e trattenendosi spesso oltre il limite orario previsto, sia a qualche artista “a tutto tondo” (sic Delli Veneri) che potrebbe trovare persino più agevole gabbare una procedura anonima, qual è quella della semplice marcatura del cartellino. Ciò nondimeno nell’ipotesi, spesso frequente, in cui si verifichi in una stessa giornata un’ alternanza di lezioni di corso ordinario e di primo o secondo livello, di esami e di riunioni, o in caso di esigenze di temporanea flessibilità, ecco che il badge si rivela come una sorta di pastoia che,  nell’arco di una stessa giornata, può obbligare i docenti ad una  pluralità di timbrature in entrata ed in uscita che certo non agevolano l’attività didattica. Preme inoltre rilevare come ultima considerazione, ma forse punto cruciale della questione,  il fatto che, in assenza di tassativa e specifica disposizione normativa che imponga in modo inequivocabile l’ uso del badge anche per i docenti, la decisione unilaterale e non condivisa della direzione di adottare un ulteriore strumento di verifica  non può che essere  percepita come un atto di diffidenza e  disistima nei confronti di tutto il corpo docente. Tra l’altro qualcuno dovrebbe chiarire perché, visto che i professori di Conservatorio svolgono un ruolo di livello pari a quello universitario, la stessa questione non venga posta anche per gli atenei che il Delli Veneri ben conosce, in quanto in forza al personale tecnico-amministrativo dell’ Università del Sannio nonché consorte di una ricercatrice. Anche i professori universitari hanno un monte ore che svolgono lungo l’intero arco dell’ anno accademico e senza utilizzare alcun badge, tranne se frutto di una regolamentazione interna di carattere negoziale, ma non per questo sono fatti oggetto di calunnie. Nel descrivere l’impegno didattico dei Docenti il Segretario della FLC-CGIL dimostra di non capire la funzione e l’organizzazione della docenza in un Istituto di Alta Formazione come il Conservatorio. Il monte-ore dei Docenti, infatti, è programmato non sulle esigenze personali,  bensì sulle necessità degli allievi ed è funzionale agli impegni didattici ed artistici  degli stessi. Messi quindi da parte demagogici richiami al dovere che, questi sì, autorizzano il ministro di turno a dipingere i pubblici dipendenti come una casta di privilegiati e di fannulloni, il Segretario della FLC-CGIL  consideri e ponga un più marcato accento sul fatto che il senso di responsabilità di tutti i Docenti ha consentito che nel Conservatorio di Benevento si  continuassero a svolgere le attività didattiche istituzionali e sperimentali oltre a quelle artistiche di produzione e di ricerca in attesa di un Contratto da circa 5 anni. Al Delli Veneri quindi vogliamo rivolgere un cortese invito: non spari nel mucchio facendo leva sulle criticità proprie di qualsiasi collettività che vanno  fronteggiate con fermezza ma  risolte anche  con prudenza, competenza e lungimiranza; non dipinga una realtà nella quale lascia immaginare che  chissà quanti studenti e quanti genitori stiano diventando vittime di docenti indolenti e senza scrupolo; non gli sfugga che un diffuso e scomposto “j’ accuse” facilmente può degenerare in un attacco indiscriminato che finisce per coinvolgere e travolgere l’ operato di tutti, persino quello di chi  al vertice di un’ istituzione e titolare quindi dell’azione disciplinare, non adottando gli opportuni provvedimenti a fronte di gravi anomalie, rischierebbe di apparire inerte se non addirittura inadempiente; difenda realmente tutti, docenti e personale tecnico-amministrativo, senza innescare sterili ed oscurantiste dispute corporative, ma denunciando ogni comportamento abusivo ed illegittimo nelle sedi e nelle forme più opportune. Solo così  potrà compiacersi di aver seriamente operato per la tutela dei diritti di tutti i lavoratori senza essere stato portatore di interessi personali, di aver realmente aiutato tutti noi a favorire la realizzazione di una didattica di qualità e di aver concretamente stimolato il coinvolgimento del territorio. Soltanto così, concludendo, potrà legittimamente pregiarsi di aver fornito un efficace e costruttivo contributo alla causa comune, alle sorti del nostro Conservatorio ed al futuro dei nostri giovani.

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