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Università del Sannio, presentato il volume ‘Diritto di parola’

Scritto da il 13 gennaio 2010 alle 18:39 e archiviato sotto la voce Scuola. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

“Diritto di parola. Saggi di diritto e letteratura” è il titolo del volume presentato stamani presso il Dipartimento Pe.Me.Is. dell’Università degli Studi del Sannio.
Dopo i saluti introduttivi del direttore del Dipartimento, Antonella Tartaglia Polcini, e del preside della Facoltà di Economia, Anna Clara Monti, la presentazione è stata tenuta da Felice Casucci, curatore del volume. Ha concluso il professore Pietro Perlingieri.
Il volume trae spunto dalle lezioni dell’insegnato di “Diritto e Letteratura”, attivato presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi del Sannio, di cui è titolare il professore Casucci, nell’ambito del settore scientifico del “Diritto comparato”. Sono ventiquattro gli autori intervenuti, appartenenti a professionalità e discipline molto differenziate. L’anello di congiunzione che tiene insieme la meditata complessità dell’opera è dato dallo studio di alcuni dei temi del vitalismo etico, al quale esplicitamente si riconduce l’argomentazione giuridica. Il “diritto di parola” assume i contorni di un’invocazione al dialogo ed al rispetto dell’altro, maturata una conoscenza non equivoca dei più segreti bisogni umani, che solo la letteratura, come arte della parola scritta, è in grado, di rivelare.
“Il Diritto – ha precisato la prof.ssa Tartaglia – come cultura, come forma di conoscenza, approfondimento, sentimento e immedesimazione nella realtà. Parola come oggetto di un diritto invialabile”.
Il preside della Facoltà di Economia ha esposto i risultati di valutazione della didattica relativi all’insegnamento di “Diritto e letteratura”: primo in graduatoria per gradimento da parte degli studenti nell’ambito della laurea specialistica in Giurisprudenza.
“Il diritto di parola di cui qui si discute – ha spiegato il professore Casucci – non è quello della cronaca, che trova ben altri tutori e detrattori. Il nostro diritto di parola consiste nel diritto di pronunciare, con lettere compiute, le ragioni della parola, in presenza di un potere potenzialmente offensivo e omissivo come quello che si esercita attraverso l’uso delle formule giuridiche. Trattasi di un diritto innato. Immagino quanto arrechi disturbo a qualcuno il fatto di evocare la categoria dei diritti innati, ma sembra opportuno porre al di fuori della negoziabilità umana ciò che la rende possibile: il rispetto dell’altro”.
Infine l’intervento del professore Perlingieri: “Nell’insegnamento – ha detto – non ci si può limitare al leggismo, dimenticando che la societas è fatta di uomini, con eguali diritti. Nella letturatura e diritto c’è qualcosa di identico, come l’umanità, la storia, il futuro e la fantasia. Siamo in un momento di forte cambiamento, ci stiamo allontanando dal leggismo per ridare all’uomo-giurista un ruolo per lo sviluppo vero della società”.
La tesi di fondo è quella di inaugurare, con la collana di “Diritto e Letteratura”, una nuova stagione umanistica nel campo giuridico.
Universita_Calandra

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