E’ stato rilevante anche il successo della giornata conclusiva della Festa provinciale dell’Udc di Benevento, sul tema programmatico “Il coraggio di ricostruire – Laboratorio provinciale delle idee”. Nell’auditorium comunale “Aldo Moro” di Casalduni, ieri l’attenzione del foltissimo pubblico è stata  captata dal dibattito inerente “Come si costruisce il partito della nazione?”. Il convegno è stato moderato dal giornalista Billy Nuzzolillo. Ha introdotto i lavori il segretario provinciale Udc Gennaro Santamaria, che ha evidenziato il significato dello slogan della festa: “ Il coraggio di ricostruire consiste nella necessità di ritrovare all’interno del paese la coesione sociale che in passato ha dato la possibilità all’Italia di uscire dai gravi momenti di crisi. La nuova formazione politica che vogliamo realizzare tende ad unire e non a divider. Deve creare giustizia e solidarietà  fra i  territori, le generazioni ed i corpi intermedi della società, oltre che fra le varie istituzioni. Qualunque sarà il suo nome, o partito della  nazione o unione di centro altro, sarà comunque un partito dove potranno riconoscersi i tanti moderati e le tante persone di buon senso anche all’interno della nostra provincia”.
Il presidente nazionale dell’Udc Rocco Buttiglione ha sottolineato: “Intendiamo promuovere un nuovo patto di stabilità nazionale, che sia in grado di affrontare con equilibrio sia i problemi del nord che quelli del sud, senza prevaricazioni territoriali. Siamo favorevoli ad un sistema elettorale che non consenta più una coalizione governativa agli estremi e siamo anche contro la politica del risentimento e dell’odio. Puntiamo invece sul dialogo. Non deve più verificarsi il berlusconismo, e cioè l’utilizzo del potere per finalità personali. Con il decollo del nostro progetto, inoltre, saremo decisivi al senato e potremo imporre i valori ed i programmi, grazie alla forza della pubblica opinione”. 
Il presidente regionale Udc Ciriaco De Mita ha rimarcato la necessità di “un patto politico fondato su alleanze stabili e non variabili, possibili solo con un sistema diverso e non transitorio. Fini? E’ la riproduzione della incapacità politica di Berlusconi? Il Pd? Non è mai nato ed è imploso, soffocato dai suoi oligarchi. Vogliamo creare due poli, di cui uno sia occupato dal centro. L’Italia è un pese di moderati. Ma, sia ben chiaro, il nostro non sarà mai un ipotetico terzo polo, perché tale definizione implicherebbe una correlazione con questa politica che, invece, noi vogliamo cambiare, nel segno anche laico ma comunque dei valori evidenziati da don Sturzo e De Gasperi. In ogni caso, è da evitare anche la mostruosità di un sistema elettorale che si sostituisca al pensiero: è stato proprio per questo che la crisi è ora diventata profonda. Infine, da tenere conto del fatto che la politica, se ben fatta, pione le premesse per risolvere i problemi”.
Il coordinatore nazionale della Costituente di Centro Ferdinando Adornato ha ribadito il “no ad un terzo polo, ma ad un progetto innovativo e di respiro nazionale ma nel segno del contesto europeo. Anche la Dc è stata un partito-modello non solo per l’Italia, ma anche per l’intero continente. Proponiamo un partito che sia contenitore omogeneo di valori e programmi, in grado di coniugare tradizione cattolica e laicismo. Dovrà essere una casa solida ed arredata, che si sostituisca a quelle fredde e contraddittorie di Pdl e Pd. La nostra formazione politica nasce non per mandare via qualcuno dal potere, ma per governare finalmente un’Italia che non ha futuro, essendo attualmente senza riforme, senza prospettive e che sta diventando sempre più classista ed a rischio di emigrazione. Ma saremo milioni, per cambiare insieme questa situazionr”-