Anche Daniela Basile, del comitato insegnanti precarie sannite e recentemente candidata con Rifondazione Comunista all’ultima tornata elettorale, entra nel discorso delle quote rosa al Comune di Benevento, dopo la bocciatura del Tar Campania nei confronti dell’assessore D’Aronzo, e dopo le recenti dichiarazioni di Erminia Mazzoni, non condivise dalla Basile.
“Sentir parlare di “quote rosa ” nel 2010 è sconfortante – ha espresso Basile – per una ragione
fondamentale: l’idea di parità di genere è ancora solo illusoria e purtroppo si
pensa ancora al maschile; il termine stesso rimarca quel confine fra maschio
e femmina e colloca la donna nell´angolino oscuro da utilizzare come
accessorio. E come se stessimo parlando degli autobus riservati degli Stati
Uniti quando le discriminazioni di razza erano latenti.E´ un vincolo che riduce
il valore della donna, lo sminuisce innanzi alla società, che lo segrega in un
meschino numero chiuso di possibilità a fare e dire. Diverso sarebbe il
discorso se esistessero le “le quote blu”. “le quote multietniche”: in quel
caso la par condicio, la parità tra generi, razze, appartenenze esisterebbe
davvero e non costituirebbe una vana illusione. Detto questo mi preme replicare
a Erminia Mazzoni che ha invitato le donne di sinistra a parlare, a reclamare
diritti. Ebbene da donna di sinistra, ritengo che vadano intraprese lotte,
delle mobilitazioni affinchè lo strumento “quota rosa”, non venga
strumemtalmente e furbamente utilizzato dalla “scaltra politica maschile” per
mettere figure femminili di comodo, di bella presenza, che conosca tutti i
segreti “femminili” eccetto la politica, preferibilmente silenziosa e non
rompiscatole,che rimanga nel suo angolino dorato e che prontamente alzi per
dire sì quando richiesto. Disposta a scendere in piazza ma per permettere
innanzitutto che la parità di genere sia davvero raggiunta e per far sì che la
donna venga apprezzata per le sue innate qualità, capacità e competenze e non
per i lustrini che può offrire o vendere.Le donne continuano a essere , a parte
qualche rara eccezione, la vetrina, la riserva, il fastidio. Scardinare questa
logica innanzitutto, mettersi in gioco su basi reciprocamente condivise
dovrebbero essere le basi su cui poter crescere. Mi auguro la Giunta Comunale
dia un segnale di apertura in tal senso e scelga una donna con meriti,
rappresentatività e competenze e non opti per “la tappabuchi ornamento” come di
solito si procede per soffocare le polemiche e dare un finto segnale di
cambiamento”.