“L’obbligo di indicare l’origine dei prodotti agricoli impiegati negli alimenti è una importante misura di trasparenza per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli con la corretta informazione”. E’ quanto afferma il direttore della Coldiretti sannita Luigi Auriemma circa l’approvazione del ddl sulla competitività agroalimentare da parte dell’aula della Camera ed in riferimento all’annuncio del commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos che intende proporre il prossimo otto dicembre al Consiglio dei ministri dell’Ue ”un nuovo quadro giuridico per introdurre l’etichettatura obbligatoria d’origine in tutti i settori agricoli”. “L’avvio della discussione – aggiunge Auriemma – è un importante passo in avanti nella battaglia di sempre della Coldiretti nell’interesse della trasparenza e del diritto alla scelta consapevole dei consumatori. Secondo l’indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97 per cento) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti e di conseguenza colmare questo ritardo è un risultato importante nell’interesse degli imprenditori agricoli e dei consumatori”. “Per l’Europa – spiega il presidente di Coldiretti Benevento Gennaro Masiello – significa anche iniziare a fare definitivamente chiarezza su una normativa comunitaria contraddittoria che per esempio, dopo l’emergenza mucca pazza, obbliga ad indicare in etichetta l’origine della carne bovina ma non quella della carne di maiale, agnello o coniglio, che prevede debba essere indicata la provenienza della frutta fresca ma non di quella impiegata in succhi e conserve. L’iniziativa del Commissario all’agricoltura risponde anche – conclude Masiello – ai nuovi indirizzi che vengono dal Parlamento Europeo che all’inizio dell’estate ha votato a favore dell’obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, pollame, prodotti lattiero caseari, ortofrutticoli freschi, tra i prodotti che si compongono di un unico ingrediente (che oltre al prodotto agricolo prevedono solo degli eccipienti come acqua, sale, zucchero) e per quelli trasformati che hanno come ingrediente carne, pollame e del pesce”. Sulla questione dell’etichettatura obbligatoria la Coldiretti sannita si è detta sempre favorevole di estendere tale obbligo a tutti i prodotti agricoli e proprio nello scorso mese di luglio ha partecipato a varie iniziative per difendere il vero Made in Italy. Dapprima la protesta al valico del Brennero, dove fu fermato dagli allevatori Coldiretti, tra cui anche una folta delegazione sannita, una cisterna di 26.000 litri di latte di provenienza tedesca diretta ad un caseificio della nostra provincia. Ed ancora al porto di Salerno sempre per difendere il vero Made in Italy alimentare dal rischi di inganni e contraffazioni. Nei giorni in cui prendeva piede lo scandalo della mozzarella blu, Coldiretti né espose un campione a Montesarchio ospitando gli equipaggi della riedizione della storica Milano-Taranto delle moto d’epoca. E poi ancora al porto di Bari i coltivatori della Coldiretti andarono all’arrembaggio di due navi che trasportavano 27 milioni di chili di grano extracomunitario destinato a produrre pasta italiana. Il risultato è che due prosciutti su tre venduti come italiani sono provenienti da maiali allevati all’estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere. “Per questo – conclude il direttore Auriemma – abbiamo sostenuto in Parlamento l’approvazione del disegno di legge sull’etichettatura obbligatoria di origine degli alimenti. Per l’Italia significa anche valorizzare il vero Made in Italy in una situazione in cui negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell’informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l’obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare con l’etichetta che è anonima per circa la metà della spesa: dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta”.