“Siamo ad un bivio. Credo proprio che per tutti noi che da anni ci occupiamo di politica sia arrivato il momento delle riflessioni e delle inevitabili scelte. In premessa una breve ma necessaria risposta a chi ha pensato bene di citarmi nel corso di una conferenza stampa malinconica e desolante con lo stile proprio di chi sà farlo solo in assenza del soggetto da attaccare e/o criticare. Questo personaggio, ancora in cerca d’autore,merita solo la mia sorniona ilarità e la più totale indifferenza e credo che questa atteggiamento sia già fin troppo gratificante”.
Questa la dichiarazione al vetriolo del capogruppo Pdl a Palazzo Mosti, Nazzareno Orlando, dopo la conferenza stampa della scorsa settimana dell’ala berlusconiana capitanata da Roberto Capezzone. Dichiarazioni forti quelle di Orlando, che aprono la crisi del Pdl cittadino, oramai spaccato in due:
“Il problema vero – ha aggiunto Orlando – resta quello di comprendere fino in fondo cosa è diventata la politica e come essa può ancore svolgere l’importante ruolo che la storia le ha affidato. Ecco il perchè delle domande cui accennavo in precedenza. Bisognerà infatti capire ,con una certa rapidità ,se fare politica è ancora un compito da svolgere con efficienza,efficacia,impegno ed umiltà o lo si vuol trasformare esclusivamente in becera rissa pregna solo di invidie e sensi di inferiorità repressi. Bisognerà che ci si interroghi sul ruolo che gli interpreti della politica devono svolgere e se tale ruolo resta ancora di garanzia per i cittadini che si rappresentano o rappresenta solo un inqualificabile ed egoistica -autoreferente necessità. Farebbe bene a molti perdere il pressapocchismo e la saccenteria di chi pensa di conoscere strategie e giochetti ed impegnarsi,di contro, concretamente sui temi dello sviluppo e del rilancio complessivo del nostro territorio. Criticare,ad esempio, idee come la nascita di una Agenzia Unica dello Sviluppo che riduca i costi e capitalizzi le professionalità …nata dal confronto fitto ed intelligente messo in essere dalla due giorni voluta dall’Associazione Mezzogiorno Nazionale ,non accorgersi che tale proposta è stata condivisa da ampi settori della società civile e da eminenti rappresentanti della politica (anche avversari),non comprendere sino in fondo che la politica deve ritornare ad essere partecipazione ed ascolto ….significa essere miopi e volersi esclusivamente dedicare alla banale conflittualità iper polemica di chi non ha idee e non vuole nè confronto, nè unità. Non capire che parlare di innovazione e città sostenibile insieme ad associazioni e giovani operatori del settore vuol dire aprirsi dinamicamente al dialogo e stare tra la gente,lanciare proposte fattibili per la città futura,denunciare proposte irrealizzabili e utopiche per la città attuale,è e resta … un efficace metodo per capire fino in fondo ciò che accade nel “ macrocosmo urbano” uscendo (ma non per questo tradendo) dal “microcosmo partitico” significa purtroppo non voler costruire realmente una forza politica moderna che sappia interpretare le esigenze del Popolo e,contemporaneamente,difendere la sua inalienabile Libertà. A questo punto una classe dirigente degna di rappresentare una ampia comunità di valori ed idee ha l’obbligo di interrogarsi,di fare autocritica,di lanciare progetti,di incentivare valutazioni,di saper svolgere il ruolo che le è stato affidato . Il bivio è ,appunto, dinanzi a noi tutti e ad esso è legata la capacità di scelta e la conseguente prospettiva .E’ arrivato il momento della responsabilità vero banco di prova per chi crede ancora che fare politica sia soprattutto impegno e serietà”.