In aula i ragazzi respirano male, complici oltre all’aria ‘viziata’ dalle ore di lezione, le polevri sottili e la formaldeide (un gas emesso dagli arredi interni) che inquinano l’ambiente interno rendendolo piu’ ‘pericoloso’ dell’esterno in particolare per asma e allergie. Ma per migliorare la qualita’ dell’aria nelle scuole, a corto di investimenti, ci sono molti interventi da mettere in campo ”a costo zero”. E il primo soccorso puo’ arrivare dalle piante ‘mangia-veleni’. I dati sull’inquinamento in classe, rilevati dallo studio ‘Qualita’ dell’aria nelle scuole, un dovere di tutti, un diritto dei bambini’, promosso dal ministero dell’Ambiente in collaborazione con l’Ispra e il Rec, il Centro ambientale di Budapest, sono stati confermati nel convegno organizzato dall’ Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e Federasma. In particolare, secondo i dati rilevati in 55 classi di 13 scuole in 6 regioni con 1.000 studenti coinvolti, le Pm10 superano anche gli 80 microgrammi a metro cubo contro il limite di 40 per gli ambienti esterni, mentre per la formaldeide la concentrazione e’ quattro volte superiore rispetto all’esterno. Sul fronte salute e’ emerso che il 10% del campione soffre di asma e il 20% di allergie di vario genere. Quindi i consigli per respirare meglio: dalla scelta degli arredi all’uso di vernici ecoattive, fino alla sistemazione nelle scuole (ma anche a casa) di piante in grado di metabolizzare le sostanze dannose. La felce di Boston o il ficus benjamin, ad esempio, rimuovono da 12 a 20 microgrammi l’ora di formaldeide, lo spatifillo ‘mangia’ benzene, metanolo, acetone e formaldeide, ma ci sono anche gerbere, crisantemi, filodendri e pothos che riescono a svolgere al meglio il loro ruolo di ammazza-veleni. Inoltre aprire spesso le finestre, organizzare le pulizie la sera e appendere i cappotti fuori. ”Le malattie respiratorie – ha sottolineato Luciana Sinisi, esperta dell’Ispra – sono la prima causa di assenza da scuola. Quindi migliorare la qualita’ dell’aria serve in primis a ridurre l’assenteismo, ma anche a migliorare la concentrazione e le performance scolastiche degli alunni”.
Fonte: Ansa