Le indicazioni di Gianfranco Fini son state precise ieri sera nel corso di una cena con i Parlamentari a lui fedeli: Italo Bocchino capogruppo alla Camera Pasquale Viespoli capogruppo al Senato. Su di loro gli appartenenti ai due Gruppi si esprimeranno a settembre ma tutto lascia pensare che sarà questo il risultato della votazione.  Gianfranco Fini, con molta probabilità, nel fare le sue scelte ha tenuto conto della provenienza  dei protagonisti. Sia Bocchino, sia Viespoli sono campani, uomini del Sud. Il sottosegretario sannita in più di un’occasione è stato indicato quale possibile ministro di un dicastero per il Mezzogiorno, ipotesi rimasta in piedi nella scorsa legislatura guidata da Berlusconi e tornata d’attualità all’inizio di quella corrente, per poi essere definitivamente accantonata. Insomma segnali importanti che confermano come il movimento dei finiani voglia diventare punto di riferimento per il Meridione. L’altra lettura suggerita dai due nomi è relativa alla rappresentazione degli stessi: il primo (Bocchino) indicato quale uomo di rottura, l’ariete di Fini che non ha lesinato, nelle ultime settimane, attacchi feroci al Governo. L’altro (Viespoli) visto come punto di raccordo. Il pontiere, colui che invece ha provato fino alla fine a mediare per ricucire lo strappo tra i due maggiori leader del centrodestra. Intanto oggi si vota la mozione di sfiducia al sottosegretario Caliendo. Sul tema Pasquale Viespoli è intervenuto spiegando che i componenti di Futuro e Libertà  “che sono al governo sapranno regolarsi in relazione al rapporto che hanno con l’esecutivo”.  “Io sono senatore e, quindi, domani non voto -ha spiegato- ma se dovessi farlo voterei in coerenza con il ruolo che ho. E poiché si tratta di un atto di indirizzo contro il governo di cui faccio parte, saprei come votare”.