‘La mia incolumità è a rischio, per cui chiedo l’immediato intervento del Prefetto e l’interessamento del comitato dell’ordine e della sicurezza pubblica’. Lo ha dichiarato Giuseppe De Lorenzo, responsabile del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Asl di Benevento, sito presso il nosocomio “Rummo” in una nota inviata alla nostra redazione.
Di seguito il testo integrale del comunicato:
‘Dall’attenta valutazione delle presunte estorsioni avvenute in mia assenza presso il reparto di psichiatria e dinanzi al comportamento del Direttore Generale, Bruno De Stefano, che, malgrado sia uomo d’intelletto, continua, e non ne comprendo i motivi, a dare credito a chi sta manipolando l’accaduto, essendo stato io solo, mentre tutti erano terrorizzati, manipolatore compreso, a smascherare, come da prove agli atti della magistratura inquirente, il giro perverso.
Già anni fa nel silenzio generale, da solo, senza che alcuno mi desse ascolto, spezzai un altro giro perverso che si era generato. Lo ricorderanno il Magistrato Cecilia Annecchini che chiamai d’urgenza in reparto e mi dette, senza indugio, il suo fattivo contributo, e, poi, il Giudice Giovanni Tartaglia Polcino che, con il garbo che lo contraddistingue, mi chiese se avessi il coraggio di testimoniare a Napoli poichè, qui, nel nostro reparto, arrivavano camorristi dall’entroterra napoletano con la copertura di perizie redatte ad arte.
Il Giudice Tartaglia non dimenticherà che non mi rifiutai e non ebbi tema a spezzare il giro perverso dinanzi all’allora procuratore Cordova. Anche, in quella occasione, come oggi, tutti tremavano. Poi, le ritorsioni con minacce sulla mia auto e la porta dello studio sfondata. Oggi, come allora, mentre io lottavo,lo stesso personaggio pensava a licenziarmi. Poi, la vergognosa sconfitta con il mio ritorno in reparto.
Ecco perchè credo nella magistratura. Eppere non è possibile che, in un periodo di omertà, in ultimo, chi agisce si debba difendere su due fronti. Lo grido pubblicamente: le istituzioni locali mi stanno lasciando solo. Quelle fuori sede, mi si permetta, hanno assunto un comportamento ben diverso. Nel corso di un summit, tenuto qualche mese fa, qui a Benevento, alla presenza dell’ottimo Procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, i cittadini furono invitati a collaborare. Ebbene, quando questi collaborano, in ultimo, chi li difende è lecito chiedersi.
Addirittura, siamo all’assurdo che, dopo aver smascherato io questo giro perverso, i vertici dell’ASL, per coprire la propria omertà, hanno dato corso ad un secondo iter per licenziarmi accusandomi, udite!, di non essere intervenuto a bloccare Saverio Sparandeo dimenticando, purtroppo, che io non ero in servizio ed ho agito, da subito, al mio ritorno nelle sedi opportune, ove risultano data ed ora, valutando il terrore e la paura che circolavano nell’aria. Quindi, per aver agito, devo proteggermi dalle minacce e difendere il posto di lavoro.
Per questo, chiedo, da subito, un colloquio riservato con il Prefetto in presenza del Sindaco, Fausto Pepe, che, nella qualità di Presidente della conferenza dei Sindaci, è, qui da noi, per legge, la massima autorità della sanità. Poi, se opportuno, intendo essere ascoltato dai componenti il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. L’unica persona di cui rinnego la presenza è il Direttore Generale dell’ASL BN 1 anche perchè sul comportamento suo e dei suoi sodali ho già ampiamente relazionato in altre sedi ove, fortunatamente, per la prima volta nella vita, ho trovato lo Stato, quello vero, che dovrebbe difenderci e che, molte volte, nei tempi in cui siamo malauguratamente costretti a vivere, è un sogno’.