Tempestiva la replica dell’assessore alla Mobilità, Giuseppe De Lorenzo, alle dichiarazioni del capogruppo di Forza Italia al Comune, Luigi De Minico a commento della sua conferenza stampa di ieri.
‘La mia conferenza stampa di ieri – si legge nella nota – considerando gli interventi che si stanno susseguendo l’uno dopo l’altro, non è passata, di certo, inosservata. Mi accorgo che, come sempre, si sta ripetendo un copione stantio e tutti sono divenuti loquaci oltre misura essendo rimasti zitti quando dovevano, ed a ragione, intervenire.
La vita presso il locale Comando di Polizia Municipale è tumultuosa da un trentennio. Il tutto nell’assordante silenzio generale. Ho tentato di porvi rimedio, ho tentato di portare serenità , ho tentato di valorizzare le varie professionalità . Ci ero riuscito, ma poi, le imposizioni politiche, quelle di prima e quelle, purtroppo, di oggi, hanno permesso che la tranquillità rimanesse una vuota chimera.
Allo stato, sono di una tranquillità che, mi si creda, sta impressionando anche me. Non ho bisogno di commiserazioni, nè, tantomeno, di consigli. In questi tre anni, ho cercato di impegnarmi anche se, ogni volta, mi sono trovato, mio malgrado, a cimentarmi in una corsa a ostacoli. No, caro Gino (De Minico), per l’affetto che ti porto, posso assicurarti che anche se, come tu dici, mi hanno messo il cerino in mano, preferisco quest’ultimo. Qualcuno o qualcuna, invece, ha una bomba ad orologeria che sta per esplodere con tutto il suo fragore. E’ stato ed è un errore lapalissiano sottovalutarmi. La storia di Delvino ha lasciato un segno indelebile. Chi mi conosce bene, sa che, per carattere, sono facile all’ira, ma, quest’ultima è immediata e svanisce subito, si scioglie come la neve al sole. Sono uso ai rapporti chiari, aperti e quando mi accorgo che la mia bontà viene interpretata secondo il proprio tornaconto, per quanti sforzi faccia, non riesco a controllarmi. Il percorso ormai è delineato chiaramente nel mio interno. Chi ha voluto giocarsi di me, si accorgerà a sue spese dell’errore commesso. Le cattiverie che sto subendo, per forza di cose, hanno un prezzo. Ed è ignobile mischiare la politica con la professione. Ancora una volta, farò ricredere chi mi ha utilizzato. Accorgersene, poi, sarà tardi. Troppo tardi’.