La verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. “Il presidente Berlusconi ci aveva assicurato la sua presenza alla festa del PdL ancor prima che noi decidessimo di farla a Pietrelcina. Solo in un secondo momento gli abbiamo comunicato, rendendo pubblica la notizia, qual era la location dell’incontro e lui ha riconfermato l’intenzione di essere presente”.
Ancor prima di veder spiegati gli argomenti “politici” che hanno portato a localizzare l’appuntamento di fine estate nella terra di Padre Pio, la conferenza stampa tenuta stamattina da Pasquale Viespoli e Nunzia De Girolamo ha sgomberato il campo da ogni insinuazione su fede e mediaticità e dalla supposta volontà del Cavaliere di avvicinarsi ai luoghi del frate con le stimmate per apparenza e strategia.
“Pietrelcina è una metafora, una straordinaria metafora” ha subito esordito il sottosegretario al Lavoro, “perché rappresenta una cultura diversa del Sud, evoca le ragioni dello sviluppo compatibile e sostenibile e perché certifica il totale fallimento dei governi di centrosinistra di Provincia e Regione che non hanno capito che Pietrelcina è una leva formidabile, il luogo più importante del Sannio, un simbolo – ha proseguito Viespoli – che appartiene all’umanità. Ecco perché la scelta operata dalla De Girolamo è intelligente, oculata e opportuna”.
Come è noto, Viespoli è “commissario” del PdL nel paese di Padre Pio. “Sembra strano che chi ha un incarico di Governo possa assumere la responsabilità di una scelta di territorio? No, non è strano. Mi interessa che si riparta dal territorio, ci si sporchi le mani con i problemi del territorio, contro ogni logica autoreferenziale. Anzi, mi auguro che questa scelta diventi uno strumento di cultura politica per far crescere il PdL”. Tesi subito ripresa da Nunzia De Girolamo, coordinatore del partito. “Questo è Pietrelcina, altro che gossip. E’ lo sforzo di riportare la politica sul territorio, di rilanciare il partito e di lanciare a tutti il messaggio che Pietrelcina è fondamentale. E guai a pensare che sia un appuntamento provinciale. Quello che noi vogliamo fare – ha proseguito la deputata – è sprovincializzare il Sannio. L’arrivo di Berlusconi può essere l’apice dal punto di vista mediatico, una soddisfazione dal punto di vista personale ma se ci fermassimo a questo sarebbe un fallimento. Perché noi pensiamo che l’arrivo del presidente del Consiglio possa essere il viatico per tracciare un nuovo sviluppo, idoneo e duraturo per le nostre zone. Noi nel Sannio siamo opposizione ma ci daremo da fare per essere maggioranza tra la gente. Certo, non amministrando non abbiamo la possibilità di attuare direttamente le nostre proposte. Questo non ci deve impedire di “fare politica” tra la gente e per la gente”.
Viespoli, quindi, ha accennato alle tante “speranze” che circolano intorno alla venuta di Berlusconi. “Non vorrei che si dimenticasse che negli ultimi sei anni, Pietrelcina, grazie all’impegno profuso in Parlamento, in maggioranza e all’opposizione, e parlo di me solo per ragioni di “anzianità di servizio” ha potuto godere di una sovvenzione statale che le ha consentito di fare fronte alle straordinarie spese che il Comune sopporta per consentire a tutti di recarsi nei luoghi di Padre Pio. Oggi, viviamo un momento di crisi, ciò nonostante ci impegneremo perché non si interrompa il flusso finanziario (Pietrelcina gode di un contributo annuo extra di un milione e mezzo di euro, determinato da un emendamento alla Finanziaria presentato da Viespoli, con l’adesione fortemente simbolica del senatore a vita Giulio Andreotti, approvato a Palazzo Madama il 15 febbraio 2007 e valido anche per gli anni 2008 e 2009, ndr). Magari – ha proseguito il sottosegretario – la visita di Berlusconi può esserci d’ausilio, nonostante il delicato momento economico. Sotto questo aspetto, spero anch’io che la misticità dei luoghi ci aiuti a ottenere il risultato. Altre “speranze” non ho, anche perché quest’idea del premier in cerca di perdono divino appartiene alla sfera del gossip a cui solitamente non mi appassiono, anche perché ritengo semplicemente mostruosa l’idea del Paradiso in terra, che mi fa pensare ai gulag (dovevano venivano rinchiusi quelli che rifiutavano il “bene assoluto” rappresentato dall’Unione sovietica) . Quasi quasi sembra che sia nato prima Berlusconi e poi il peccato.
Pietrelcina – ha proseguito Viespoli – è altro. Ci dà una dimensione globale, e non solo religiosa, ci porta a un confronto quanto più alto possibile, contro la politica che non si occupa del territorio e che non disegna scenari di sviluppo, che divide chi “fa” da chi “non fa”.
Ho preso parte, mesi fa, a un incontro con l’allora assessore regionale al turismo, Claudio Velardi, laddove dalla provincia di Benevento venne fuori la proposta di valorizzazione dei borghi antichi. In quella sede, e lo feci notare, non fu spesa una parola per un percorso che conducesse a Pietrelcina, per quello che rappresenta, e non solo per chi compie itinerari di fede”.
La festa, per concludere, è in programma a settembre. E’ ancora caccia aperta alla data per “incastrare” le presenze “importanti”. “La grafica – promette De Girolamo – darà subito l’idea di quanto contiamo su questa festa e sul valore che assegniamo alla scelta di Pietrelcina”.