Ambner De Iapinis, consigliere comunale di Benevento e commissario dei Cristiano Popolari sanniti, attacca il sottosegretario al Welfare, Pasquale Viespoli.
‘I Cristiano popolari, movimento politico di estrazione cattolica – si legge nella nota – non è sciolto. Alcune Segreterie Regionali, in un documento congiunto e con uno scatto di orgoglio, hanno sottolineato quello che il sottoscritto, non aderendo al Popolo delle Libertà, aveva previsto e cioè la mortificazione dell’appartenere ad un’area ideologica lontana dalla Lega divisionista e da una Destra rampantista, svilita e alla ricerca di un elettorato moderato irraggiungibile. La somma aritmetica “tutto incluso” a cui si mira per le prossime elezioni regionali, logica politica dei loro vertici regionali, ha di fatto isolato e annullato Viespoli sulle scelte politiche in provincia di Benevento. Queste scelte non convincono chi, come me (e sono tanti i cattolici a così pensarla) ha aperto il problema in tema precongressuale della propria area politica non aderendo, per coerenza, ad un percorso pericoloso e senza via di uscita. Quindi, alla fine, il capo della destra beneventana dovrà adesso spiegare a tutti come mai, chi in passato sosteneva una visionaria lotta politica di rinnovamento, si sia oggi trasformato da capo del rinnovamento a capo della “rottamazione politica”. Questi si era secondo il Viespoli della prima ora. Per non parlare poi di una sinistra ipocrita ed incapace di risolvere i propri problemi e quelli di governabilità, per non aver saputo disfarsi di chi, come Bassolino, ha portato alla rovina la Regione Campania, che da Campania Felix, come amavano definirla gli antichi romani, è oggi ridotta, paradossalmente a Campania Fetix per i maleodori e i veleni che emanano oggi i suoi terreni pieni di rifiuti tossici. Allora, cattolici impegnati in politica, profittiamo oggi del referendum “ex legge Acerbo, legge che portò Mussolini alla dittatura” (di questo più o meno si tratta) e può darsi che uniti saremo l’area di maggioranza premiata che potrà governare questo paese’.