Il Requiario della mitra di Sant’Antonino da Firenze, che fa parte del tesoro della Chiesa cattedrale di Benevento, sarà esposto agli Uffizi nell’ambito della mostra dal titolo «Il fasto e la ragione. Arte del Settecento a Firenze».
La Galleria fiorentina, infatti, ha allestito un’esposizione dedicata all’arte a Firenze nel secolo XVIII, in svolgimento dal 30 maggio al 30 settembre 2009.
La mostra, curata da studiosi di alto profilo quali Carlo Sini e Riccardo Spinelli, intende ripercorrere, per la prima volta in una visione complessiva, i fatti artistici salienti del Settecento a Firenze, muovendo dall’età dei Medici (la dinastia si estinse con la morte di Gian Gastone avvenuta nel 1737) fino all’epoca dei Lorena. Nella prima parte viene dato spazio alla committenza di Cosimo III e del Gran Principe Ferdinando che aprirono la città ad artisti forestieri, dettero impulso alle manifatture degli arazzi e del commesso in pietre dure, favorirono la scultura in cui si distinsero Giovan Battista Foggini e Massimiliano Soldani Benzi; nella seconda viene illustrato il mecenatismo di Pietro Leopodo di Lorena che promosse i cantieri delle residenze granducali e incentivò lo studio dell’antico. Fu protettore delle arti e riformò gli Statuti dell’Accademia, nella quale operarono tra gli altri Pietro Pedroni, Innocenzo Spinazzi, Francesco Carradori.
Per la rassegna fiorentina è stato richiesto a Monsignore Andrea Mugione, arcivescovo di Benevento, il Requiario che fu donato alla Chiesa cattedrale di Benevento dal papa Benedetto XIII (Vincenzo Maria Orsini).
L’arcivescovo di Benevento, eletto papa nel 1724, fu devoto del grande santo del Quattrocento, domenicano come lui, assunto a modello di santità ed esempio di stile episcopale. Antonino Pierozzi nacque a Firenze nel 1389 dal notaio Niccolò e dalla sua seconda moglie Tommasa di Cenni di Nuccio, entrò nell’Ordine dei Frati Predicatori, venne nominato arcivescovo della città natale il 9 gennaio 1446. Egli unì sempre all’attività di evangelizzazione e alla cura pastorale lo studio e la riflessione teologica. Si impegnò soprattutto nella redazione di opere enciclopediche di tradizione medievale, tanto da essere considerato il più importante moralista del secolo XV. La sua Summa fu il trattato di teologia morale di maggior respiro pubblicato sino a quel momento. Particolarmente interessanti sono le soluzioni a questioni di etica economica che dimostrano la comprensione che maturò delle profonde trasformazioni economico-sociali intervenute nell’epoca in cui visse. Legata alla Summa è l’altra importante opera di Antonino, il Chronicon, narrazione in tre parti delle sei età del mondo, dalla creazione al secolo XV, con lo scopo di edificare i contemporanei attraverso gli esempi del passato. L’autore, infatti, non si propone di fare storia almeno nel senso moderno, ma si professa apertamente un compilatore, indica le sue fonti in modo circostanziato e per le vicende del suo tempo attinge soprattutto a Leonardo Bruni integrato dal Bracciolini e da cronisti locali fiorentini. La Pubblica Biblioteca Arcivescovile “F. Pacca” di Benevento conserva due edizioni del Chronicon in tre volumi corrispondenti a ciascuna delle parti: la prima edita a Lione nel 1586, la seconda stampata sempre a Lione l’anno successivo, nel 1587.
Il Requiario della mitra di Sant’Antonino datato al 1728, erroneamente ritenuto di Argentiere campano, viene assegnato invece da studi condotti per l’occasione a Massimiliano Soldani/Argentieri fiorentini. Il pezzo in bronzo dorato e cristallo misura cm. 114 di altezza per 35 di larghezza e risulta di straordinaria suggestione. Affidato ad una ditta specializzata in trasporto di opere d’arte e sotto la supervisione dei funzionari del Centro operativo della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici delle province di Napoli (esclusa la città), Benevento e Caserta, il prezioso manufatto è stato trasportato a Firenze e rimarrà esposto per tutta la durata della mostra. Al ritorno a Benevento (previsto intorno al 10 ottobre) esso verrà esposto nel Museo diocesano, i cui lavori di ampliamento e di nuovo allestimento sono ormai in fase di ultimazione.