Antonio Barbieri, vicepresidente della Provincia di Benevento replica alle critiche sollevate dai Popolari Udeur e dai Giovani del Popolo della Libertà in merito alla sua decisione di aderire al Partito Democratico.

“La violenza ed i toni offensivi – si legge nella nota – di cui sono intrisi i commenti dei rappresentanti del partito Udeur e dei giovani del Popolo delle Libertà, indurrebbero a non replicare, per lasciare all’opinione pubblica,da sempre arbitro imparziale, la giusta valutazione ed il giudizio su persone e fatti.
Devo, tuttavia, precisare che nella conferenza stampa, nel corso della quale è stata data notizia della mia adesione al PD, non ho mai nominato l’on. Mastella, né ho usato l’espressione “truppe mastellate”. Evito accuratamente di nominare l’on. Mastella, neppure per esprimere argomentazioni politiche, da quando, per iniziativa dell’Autorità Giudiziaria, rivesto la qualità di parte offesa in un procedimento penale a suo carico.
Per quanto attiene alle accuse di trasformismo, il dott. Maiatico sa molto bene che il pulpito da cui parla non appare come la sede più idonea per simili esternazioni e finge di non sapere che da 25 anni il sottoscritto si sottopone costantemente al vaglio elettorale ed ha ottenuto 4 elezioni a Sindaco, l’elezione (e non la nomina) a deputato nel 2001, il primo posto alle elezioni regionali del 2000 ed ha contribuito alla notevolissima affermazione della propria lista alle elezioni politiche del 2006, a seguito delle quali la provincia di Benevento, per palesi responsabilità dei vertici di Forza Italia, è stata scippata del suo deputato.
Dopo la mia nomina a vice presidente della Provincia, ho ispirato la lista comunale di Cerreto, nella quale sono stato candidato, che ha ottenuto l’82,03 per cento dei suffragi. Non ricordo a quale elezione il Dott. Maiatico abbia partecipato negli ultimi 15 anni. Ricordo, invece, un periodo di sua militanza in Forza Italia, legata solo, a suo dire, all’impegno dell’on. Gargani per la sua candidatura a Sindaco di Benevento. Non entro nel merito delle altre dichiarazioni che vogliono mettere in discussione la dignità delle persone, perché non abituato ad usare linguaggio da trivio, al quale altri hanno dimostrato di essere più congeniali. Mi rimane la soddisfazione nell’aver constatato che la reazione scomposta di autorevoli avversari rivela in realtà la rabbia di chi ha visto svanire il proprio disegno di accaparramento di posti chiave nelle istituzioni locali.
Ai giovani del PDL rivolgo l’invito, con immutato affetto, a dedicarsi alla meditazione su tematiche relative all’attuale crisi della democrazia, quali la religione civile e l’eticità della politica e consiglio loro, non potendo avere al riguardo adeguati interlocutori tra i vertici attuali del PDL, alcune utili letture estive, come i libri di Emilio Gentile (La democrazia di Dio) e di Maurizio Viroli (Come se Dio ci fosse, che tratta l’argomento Religione Repubblicana nella storia d’Italia)”.