Roma – I Mastella nel mirino si difendono con gli artigli. “L’inchiesta della procura di Napoli è contro tutto e tutti, è una vendetta perché sono stato rieletto. Io non ho mai preso una tangente in vita mia, la camorra è una cosa che non mi appartiene; come cristiano, ripugna alla mia coscienza. Un conto è segnalare, altro è essere assunti… all’Arpac non ci sono 600 dipendenti. Perché l’avviso a me e non a Bassolino?”. Così l’europarlamentare del Pdl, Clemente Mastella, replica alle accuse dei magistrati. “È un complotto contro di me, i miei amici, i militanti dell’Udeur, che come l’Araba fenice stava risorgendo dalle ceneri della prima guerra giudiziaria contro la famiglia Mastella”, sostiene l’ex ministro delle Giustizia.
L’inchiesta Il gip di Napoli, Anna Laura Alfano, fisserà a giorni il calendario degli interrogatori a carico delle 25 persone destinatarie di misure cautelari, tra cui Sandra Lonardo, presidente del consiglio regionale, e l’ex direttore generale dell’Arpac Luciano Capobianco, l’unico agli arresti domiciliari. Sul fronte delle indagini i pm titolari dell’inchiesta, il procuratore aggiunto Francesco Greco e il pm Francesco Curcio, attendono di esaminare il materiale acquisito ieri dai carabinieri nel corso delle perquisizioni effettuate in consiglio regionale negli uffici del gruppo dell’Udeur e in quello del presidente del consiglio regionale.
Non sono un corruttore “Con tutti i guai che ci sono a Castellammare, a Bari, a Pescara, vuoi vedere che l’unico segretario colpevole sono io? Mi rifiuto di pensare che sono un corruttore delle coscienze. La responsabilità penale è individuale, qui si vuole processare un partito. Dov’è finito lo Stato di diritto?” prosegue Mastella. “Io, da segretario dell’Udeur, non potevo non sapere. Ma che c’entro io con gli ipotetici reati commessi dai dirigenti dell’Arpac?”. Sulle raccomandazioni “rivendico che un politico si occupi dei bisogni dei cittadini. Sono solo segnalazioni, le fanno tutti. Forse non ero attento quando il parlamento ha deciso che la raccomandazione è diventata un reato?. Se non ricordo male – aggiunge Mastella – anche il figlio di Antonio di Pietro, Cristiano, è indagato dalla procura di Napoli per le raccomandazioni o forse per qualcosa di peggio. E poi mi chiedo: perché l’avviso l’hanno mandato a me e non a Bassolino?”.
Violazione di domicilio Mastella denuncia “la gravità della visita dei carabinieri a casa mia, a Roma, senza alcun permesso. È una violazione di domicilio. E se hanno piazzato delle cimici? Sono un parlamentare…”. Il divieto di dimora deciso dal gip per la moglie Sandra Leonardo “è allucinante. Sandra che non può mettere piede a Ceppaloni, che non può presiedere il Consiglio regionale. È una cattiveria che rasenta l’incostituzionalità”.