Un eccezionale evento naturalistico si è verificato sabato scorso nella piana alluvionale di Pantano, nelle vicinanze della città di Benevento. Numerosissimi esemplari di gru (Grus gru), impegnati nel viaggio di migrazione, si sono fermati per riposarsi e rifocillarsi.
Lo spettacolo che si è presentato agli occhi prima degli abitanti della contrada, poi degli uomini di una pattuglia della Polizia Provinciale e quindi dei volontari della LIPU, è stato meraviglioso, degno dei migliori documentari naturalistici. In successione diversi stormi di gru sono sopraggiunti nella piana di Pantano e nel giro di poco più di un’ora circa 500 esemplari hanno toccato il suolo. Chiunque ha assistito a tale evento si è emozionato nel vedere il volo con collo allungato e ali spiegate di questi grandi uccelli trampolieri e nell’ascoltare il loro caratteristico verso.
Purtroppo però due colpi di fucile, forse neppure sparati verso le gru, ma comunque da breve distanza, ha spaventato alcune di esse diffondendo il panico nel foltissimo stormo che sostava nei campi agricoli. A questo punto tutti gli esemplari hanno preso il volo disperdendosi in più gruppi.
In realtà le gru non sono stanziali in Italia, ma si fermano per spezzare la loro lunga migrazione che in autunno le conduce dai siti di nidificazione, ubicati nel nord-est dell’Europa (Danimarca, Germania settentrionale, Polonia, Paesi Baltici, Russia e Scandinavia) sino a quelli di svernamento nel bacino del Mediterraneo, in particolare nel sud della Spagna e nei Paesi dell’Africa settentrionale. Alla fine dell’inverno poi effettuano il viaggio inverso.
Tutto questo dimostra l’importanza del fiume Calore – con le sue piane alluvionali e le pendici collinari che ne descrivono la valle – come corridoio ecologico per lo spostamento delle specie animali, tesi già in passato sostenuta dalla LIPU basandosi su diversi avvistamenti faunistici e recuperi di uccelli feriti, sia di gru che di altre specie.
Il rammarico, come dimostrano i colpi di fucile che hanno spaventato e allontanato le gru, è che l’istituzione dell’Oasi di protezione “Zone Umide Beneventane” non è sufficiente se non la si rende operativa. Infatti la LIPU beneventana, che ha voluto fortemente questa Oasi facendola inserire nel Piano Faunistico Venatorio Provinciale, denuncia tale non esecutività attraverso il suo responsabile, Marcello Stefanucci: “Ci sono voluti ben 7 anni per istituire questa area protetta lungo il fiume Calore a monte e a valle di Benevento, a causa delle continue resistenze e ostruzionismi della parte più estremista del mondo venatorio e di alcuni funzionari provinciali accondiscendenti a tali esigenze. Ora si deve recuperare il tempo perduto e facciamo appello al Presidente della Provincia, Aniello Cimitile, e all’Assessore all’Ambiente, Gianluca Aceto, affinché si concordi con la LIPU una linea d’azione che porti a tutelare concretamente queste aree e a realizzare opere di miglioramento ambientale e di rinaturazione, insieme ad altre di valorizzazione e fruizione naturalistica.”