Mercoledì scorso Leonardo Becchetti, docente di Economia Politica presso l’Università Roma Tre, ha spiegato il concetto di sviluppo contenuto nell’enciclica Caritas in Veritate di papa Benedetto XVI, al’interno di CIVES III Edizione – Laboratorio di formazione al bene comune – organizzato dall’Ufficio Problemi sociali e lavoro dell’Arcidiocesi di Benevento, insieme al Centro di Cultura “Raffaele Calabrìa” – Università Cattolica del Sacro Cuore.
L’enciclica, secondo Becchetti, rompe i tre mali di fondo del nostro sistema economico: il riduzionismo antropologico, il riduzionismo nella concezione dell’impresa, la riduzione della scala do valori alla creazione di valore per gli azionisti. La Caritas in Veritate riconosce che debbano esistere vari tipi di impresa, non necessariamente orientate al profitto.
Nel documento papale si afferma, inoltre, che le istituzioni preposte a fronteggiare le grandi questioni economiche e sociali rischiano di alimentare soltanto se stesse. Esse non possono essere slegate dalla responsabilità diffusa.
Il problema davvero scottante non è, quindi, quello della decrescita, ma l’identificazione, che si è affermata, della crescita col consumo di beni “pesanti”. La creazione di valore economico, al contrario, è sempre più orientata ai beni immateriali. Ne è testimonianza il fatto che solo il 18% del PIL proviene dall’industria manifatturiera.
Ne deriva che la sfida reale sta nel creare valore economico riducendo l’impatto ambientale. Becchetti è, d’altra parte, direttamente coinvolto nella sfida, essendo presidente dal 2005 del Comitato Etico di Banca Etica, impegnata nel finanziare progetti innovativi.