Giulio Baffi e Ugo Gregoretti
Bella serata quella organizzata dalla Solot ieri sera, presso il Mulino Pacifico di Benevento. Si chiamava Festa di Primavera (a dispetto del tempo) e, come in un grande contenitore, presentava diversi aspetti della cultura in una maratona di circa sei ore trascorse con incredibile leggerezza. Alle sei l’appuntamento più intrigante per altisonanza dei nomi: la presentazione incrociata dei libri di Giulio Baffi e Ugo Gregoretti capaci di regalare (soprattutto il secondo) momenti davvero gradevoli e intrisi di serafica spensieratezza. Alla presenza degli assessori alla cultura di Comune e Provincia, rispettivamente Raffaele Del Vecchio e Carlo Falato, e dell’ex sindaco di Benevento Antonio Pietrantonio, i due autori si sono scambiati complimenti e domande, elogiando i due testi. Il primo, “Finale aperto Vita scritta da se stesso” di Gregoretti è un’autobiografia in terza persona, una sorta di pre-sceneggiatura per un film da fare. I due volumi di Visti da vicino, invece, sono parte di un progetto che ne contempla altri due per un totale di 100 biografie sotto forma di intervista ai protagonisti del teatro napoletano.
Spazio allo spettacolo per la seconda e la terza parte dell’evento che ha visto protagonista il Teatro delle Forme di Torino con Veglia d’amore e di vino e col successivo concerto di musica popolare. In scena un convincente Antonio Damasco, un po’ mattatore, un po’ showman, che ha saputo coinvolgere il numeroso pubblico accorso in uno spettacolo allegra e interattivo, non privo di momenti poetici e delicati. Damasco è stato accompagnato dalle musiche suonate dal vivo da Gerardo Cardinale, Franco Montanaro, Giuseppe Leone e Dorcas Mpemba la cui voce suadente ha coinvolto o commosso tra canzoni d’amore keniote, ballate francesi e succedi di Miriam Makeba. Tra la pièce e il concerto è stato servito il buffet da Rapuano Gastronomia Sannita, accompagnato dai vini presentati da Tintori wine bar.