Reazioni a catena, come era lecito attendersi, all’indomani delle dimisioni dalla carica di assessore di Cosimo Lepore. Stavolta registraimo quelle di Italo Palumbo (Sinistra e Libertà), di Nicola Boccalone (PdL) e di Ciro Vallone (La Destra).
ITALO PALUMBO (Sinistra e Libertà) - La vicenda dell’assessore Lepore, non va sottovalutata e nessuno e titolato a dare pagelle perché le questioni poste alla base delle dimissioni sono serie e, noi tutti del centro sinistra, abbiamo il diritto, per aver sostenuto il sindaco e l’amministrazione, a discuterle per dare il nostro contributo d’idee e di lavoro. Pensiamo che non si tratti di dimissioni politiche, se ciò fosse, il quadro sarebbe molto grave e difficilmente ricomponibile. Si tratta di una divergenza programmatica che richiede seri approfondimenti. La destra giocherà molto sulle divisioni all’interno della maggioranza, trascurando le gravi e visibili lacerazioni che hanno costretto il gruppo PDL a dividersi in due tronconi, denunciando, da più parti, l’assenza di democrazia all’interno della direzione politica rappresentata dall’On.le De Girolamo. Quello che sta avvenendo nel centro sinistra è sicuramente preoccupante e denota un’assenza di dibattito e di luoghi, dove il confronto possa tradurre le diverse posizioni, in decisioni. Non è una cosa da poco. Si tratta sicuramente di divergenza su questioni amministrative importanti (concorsi interni e progressioni di carriere, esternazione parziale o totale del trasporto alunni) questioni che riguardano il funzionamento della macchina amministrativa, ma anche la qualità del servizio ai cittadini. L’amministrazione comunale è sempre più chiusa su se stessa e stenta ad aprire una discussione ampia anche con settori politici che l’hanno sostenuta; rischiando, così facendo, di apparire sempre più schiacciata su logiche di conservazione che alla fine rischiano di mettere in serie difficoltà l’azione di governo e il suo legame con la città. Io mi auguro che ci sia una rapida ricomposizione della giunta e che Lepore possa riprendere il suo lavoro, con lo spirito e il senso di responsabilità che gli appartiene. Questo, però, non può essere il frutto di una sanatoria interna e di una riconciliazione di palazzo. Deve avvenire nella chiarezza e con una discussione ampia e partecipata che il Sindaco Fausto Pepe, deve favorire, prima nell’ambito della maggioranza che l’ha eletto e lo sostiene e poi in consiglio comunale, chiedendo responsabilmente all’opposizione, di avere senso delle istituzioni che spesso, anche per cattivi esempi che arrivano dall’alto, appaiono sempre meno caratteristica fondamentale della vita pubblica. Il lavoro amministrativo in favore della città, lo si faccia con serietà, senza pregiudizi o posizioni consolidate. Si apra una discussione ampia e non si dia l’impressione di un’amministrazione in difficoltà, cosa che non è. Non si consenta alla destra di dare pagelle, dopo aver accusato l’inerzia della sua classe dirigente e la frantumazione del suo gruppo consiliare su problemi gestionali. Il centro sinistra è in grado di poter rilanciare l’azione amministrativa e superare così, velocemente, un atteggiamento di stanchezza che spesso si avverte. Ci sono energie amministrative in questa giunta molto valide che devono però avere il coraggio di uscire dai propri orticelli, dalla gestione del quotidiano per proiettarsi in un’attività di governo complessiva della città, per misurarsi con le grandi questioni della crisi, della gente che soffre. Il sindaco di Benevento ha fin qui svolto un ruolo importante, superando anche, con doti non comuni, i momenti di difficoltà determinati dall’uscita dell’Udeur dal centro sinistra. Fausto Pepe ha dato prova di coerenza nei confronti dell’elettorato rimanendo nel centro sinistra e rinunciando alle sirene dell’Udeur. Questo però non basta. Oggi non è più sufficiente. Non basta mantenere un quadro politico se a questo non si accompagnano scelte che i cittadini devono condividere, nelle quali devono riconoscersi. Purtroppo ci sono stati e ci sono ancora errori che vanno colmati. Spero che il sindaco, sia in grado di valorizzare il rapporto con la città, che sia in grado di ritornare tra la gente, rinsaldando un rapporto che avverto essere lesionato. Riapra una discussione vera, scevra dai condizionamenti di qualche notabile politico di turno, dia senso politico all’ultima parte della sua amministrazione riannodando un lavoro con la sua maggioranza, con le associazioni, le forze sindacali e le forze politiche della nostra città.
di Italo Palumbo – Sinistra e Libertà
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NICOLA BOCCALONE (PdL) – Vecchia scuola democristiana. L’assessore Lepore non può essere stato vinto da un atto istintivo. Troppo poco, per un politico di lungo corso, staccare la spina per vicende che riguardano concorsi interni, mobilità esterne, assunzioni presso Asia e Amts e numerosi contratti di collaborazione e consulenza, che pure l’emisfero Pepe sforna con ritmo inflessibile.
Quant’anche tutto ciò fosse pervaso da illegittimità, per essere poi fonte di gravosissime responsabilità, non può essere stato solo questo il motivo delle sue dimissioni.
Ebbene, ammesso e non concesso che si tratti solo di questo, l’assessore Lepore, in ogni caso, deve spiegare alla città i motivi della sua decisione. Non può essere il silenzio l’atto consequenziale di un gesto così eclatante e, sono sicuro, anche tanto sofferto.
L’assessore Lepore è anche avvocato e vivendo le cose dal di dentro potrebbe anche far presagire che la sua decisione faccia parte di un percorso strategico. Una sorta di anticipata risoluzione di collaborazione, un modo per affermare la propria assenza dalle dinamiche amministrative.
Sicuramente Lepore non esce dalla scena politica. Non sembra infatti che si sia tirato fuori anche dal Pd, il suo partito di appartenenza.
Un gesto comunque forte, quello del suo disimpegno dall’esecutivo, che testimonia un disagio e un’incapacità di governo per mancanza assoluta di coesione e di sintesi politica. E’ fin troppo noto, da tempo, che all’interno della giunta esistano affiliazioni e cordate a ristrettissima base di partecipazione, che ragionano in maniera espulsiva e non coinvolgente, così come dovrebbe avvenire.
Altri si fermano sulla soglia della minaccia reiterata e pur di continuare a mantenere il censo, offendono, inconsapevolmente, la loro storia.
Quella segnata da Lepore, invece, è una lacerazione, è un segnale evidente di un disagio che parte dalle questioni gestionali e arriva fino al cuore dei partiti, poichè spesso egoismi e visioni non lungimiranti, ma riferite solo a obiettivi a breve termine, non favoriscono la concordia ma alimentano insanabili contrapposizioni.
Nicola Boccalone
Coordinatore cittadino e consigliere comunale del PdL
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CIRO VALLONE (La Destra) – Esprimo solidarietà e vicinanza per la scelta coraggiosa intrapresa, segno di lealtà e coerenza e nello stesso tempo, noto in Lepore una grande sofferenza personale e politica in una maggioranza che a conti fatti non esiste più.
Attendiamo, la prossima mossa del Sindaco, la notte è lunga… e porterà consiglio, quante nottate farà ancora signor Sindaco?
Noi auspichiamo anche le dimissioni dell’assessore Ionico, per la sua ambigua figura, di certo il suo assessorato non ha dato benefici alla città , e contributi intelligenti, per rendere le scuole più funzionali, più operative, più educative.
L’amministrazione attiva intanto, perde i pezzi, segno di un malcontento generale che regna a palazzo Mosti.
Ciro Vallone