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direttore Antonio De Cristofaro

Comitato Insegnanti Precari: “Basta con le offese mediatiche”

Scritto da il 17 agosto 2009 alle 19:19 e archiviato sotto la voce Attualità, Scuola. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Il Comitato Insegnanti Precari di Benevento comunica di voler ricorrere alle vie legali per difendere la loro dignità e contestano le parole utilizzate nei loro confronti da Marcello Ricci. Il comitato in una nota, scrive:” Sono mesi che quotidianamente alcuni esponenti politici e non, offendono gratuitamente i lavoratori in genere ed i migranti in particolare. Il tutto avviene nella completa indifferenza di tutti e non scalfisce di una virgola i nostri rappresentanti parlamentari che rimangono in una sorta di silenzio assenso. Non possiamo più accettare e tollerare questa situazione amorfa e continuare a tacere. La dignità dell’individuo è fondamentale ed implica che l’identità specifica di ciascun individuo venga preservata e considerata un bene, indipendentemente dalla condizione personale e sociale, dai pregi e dai difetti del soggetto, di guisa che a ciascuno è riconosciuto il diritto a che la sua individualità sia preservata”.
La dignità non appartiene a chi se la merita, secondo criteri di valutazione assunti dalle leggi dello Stato o risultanti dalla cultura dominante, ma a tutte le persone, qualunque sia o sia stato il loro comportamento. Essa non è soltanto una “dote” dell’essere umano, ma si identifica con la persona, per il semplice motivo che un individuo privato della sua dignità soffre della negazione della sua stessa umanità. Quella dignità viene calpestata quando pubblicamente e generalizzando si afferma che il lavoratore sia un “fannullone”, che il professore terrone sia un “disadattato”, che il laureato del Sud sia “un somaro”, che le prove invalsi somministrate agli studenti del sud siano state “truccate”. Esternazioni iperboliche, gettate lì per fare campagna elettorale e per far accrescere i consensi che hanno delle ripercussioni gravi. Se il politico può dire qualsiasi cosa, il cittadino si sente in dovere di agire allo stesso modo. Il povero insegnante precario, che liberamente decide di andare a lavorare altrove perché in possesso di requisiti idonei è costretto a subire illazioni gratuite da tutti colleghi e non che forti delle sentenze sparate a zero nei loro confronti e sempre generalizzando dai politici di turno vivono una vita non solo precaria ma anche poco dignitosa e frustrante. I loro titoli vengono beffeggiati, la loro cultura azzerata, la loro integrità annientata. Il giorno dopo la manifestazione dei precari del 15 luglio , La Padania a firma Marcello Ricci, attacca i docenti definendoli dei “disadattati sociali” in un articolo al fiele in cui La Padania addossa i “mali” della scuola italiana alla cultura sessantottina, alla politica della sinistra volta alla creazione di un “serbatoio di disoccupati a livello pseudointellettuali”. Degli “ignoranti”, secondo quanto riportato nell’articolo, sanati attraverso “ridicoli corsi abilitanti”.
Il suggerimento dato dal quotidiano del Carroccio è di approfittare della crisi economica per “recuperare tante braccia per impieghi più consoni”. Questo è solo un esempio delle illazioni che ogni giorno vengono perpetrate ai danni dei lavoratori, degli individui . Si dimentica troppo spesso che ci si riferisce a esseri umani e non a cose inanimate senza valore. Noi diciamo basta a questa politica irrispettosa, diciamo basta a offese denigratorie e il CIP Sanniti ha deciso di adire alla vie legali nei confronti di chi ha leso e denigrato la dignità altrui. Le parole di Ricci così come quelle pronunciate da tanti autorevoli leghisti sono la causa /effetto di situazioni spiacevoli e umilianti che aggravano ulteriormente la non vita del lavoratore precario. Non tolleriamo più che si faccia leva sulla dignità altrui , che la si calpesti per celare situazioni ben più gravi: la penuria di lavoro, l’aumento della precarietà lavorativa.scuola

3 Risposte per “Comitato Insegnanti Precari: “Basta con le offese mediatiche””

  1. laura bangrazi scrive:

    Il problema non investe soltanto i precari della scuola, ma anche chi, come me e molti altri insegnanti, precario non lo è più da tempo ( pur essendolo stato per moltissimi anni). Per questo condivido pienamente la posizione di chi, con ogni mezzo, si batte per il recupero del doveroso rispetto dovuto alla persona ( tanto più se nella veste di insegnante) e, perché si arrivi a sanzionare severamente ogni azione o giudizio lesivo della sua dignità. Non possiamo continuare a tollerare e a sorvolare su questa gogna mediatica ignobile.

  2. maria motta scrive:

    Condivido, ma senza speranza. Non credo che qualcuno , al governo o all’opposizione, si scomoderà per una cosa come la dignità delle persone e del loro lavoro offesa da chi non sa cosa significhi lavorarare davvero. Sono troppo occupati a difendersi la privacy da chi li svergogna in pubblico, i patrimoni illeciti da chi indaga per scoprirli, il posto al sole da chi sgomita per prenderglielo. le varie poltrone e i posti per i figlioli imbelli e raccomandati… Volete che trovino il tempo anche per faccende come questa?

  3. rosella arceri scrive:

    Anche per chi non è più precaria da molto tempo ,sentire ancora oggi trattare senza rispetto chi è alla ricerca spasmodica di un lavoro , è un’offesa che fa tornare alla mente tanti ricordi.Dobbiamo continuare nella nostra battaglia per il diritto al lavoro,così come stabilisce la nostra costituzione e pretendere di averlo quando si è giovani con tante speranze e con la voglia di fare.

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