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direttore Antonio De Cristofaro

Coldiretti, gli allevatori sanniti in piazza a difesa del latte italiano

Scritto da il 12 maggio 2009 alle 16:30 e archiviato sotto la voce Primo Piano, Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Di fronte alla costante crescita dell’import costituito, oltre che dal latte fresco e trattato a lunga conservazione, prevalentemente da prodotti semi-lavorati: cagliate, polvere di latte, caseine, caseinati ed altro che minaccia imprese e cittadini-consumatori, migliaia di allevatori campani scendono in piazza con Coldiretti nella giornata nazionale del latte italiano. Al Centro direzionale di Napoli, presente una folta delegazione di allevatori della Coldiretti sannita, hanno distribuito con Campagna Amica 5 mila bottiglie di latte e un quintale di mozzarella di qualità campana e presentato ad organi di informazione e ai vertici campani della Regione, dell’Istituto Controllo Qualità e del Comando Forestale del Ministero delle Politiche Agricole, dell’Istituto Zooprofilattico e dell’Osservatorio per la sicurezza alimentare Regionale, che hanno confermato il loro impegno, un dettagliato dossier sul fenomeno.
“A rischio ci sono migliaia di imprese, tutta la filiera e la genuinità e la sicurezza del prodotto dei nostri allevamenti e noi scendiamo in campo con una “operazione verità”, per combattere la mancanza di trasparenza nella vendita e sostenere il reddito degli allevatori insieme ad acquisti di latte e formaggi a prezzi più giusti per i consumatori – spiega il presidente di Coldiretti Campania, Gennarino Masiello. Intendiamo fare chiarezza e creare le condizioni di riconoscibilità della produzione delle nostre aziende – afferma Masiello – che hanno scelto la strada della responsabilità e della qualità e di quella importata e italianizzata, per consentire al consumatore di poter scegliere quello che consuma”.
Il fabbisogno lattiero caseario italiano è soddisfatto per il 56% dalla produzione nazionale e il 46% è prodotto importato, mentre la produzione campana di latte è di 3.532.000 quintali e l’import è di 4.746.137 quintali. Coldiretti chiede di rendere chiari e riconoscibili la loro origine e il loro utilizzo.
I nostri allevatori non riescono più a coprire i costi di produzione, mentre per i consumatori aumentano sempre di più i prezzi dei prodotti lattiero-caseari! Quanto pagato alla stalla è appena di 42 centesimi ed attualmente è oggetto di richiesta di ulteriori decurtazioni di 3 centesimi.
La minaccia che incombe è quella di non essere più in grado di tutelare sulla sicurezza alimentare i consumatori, che invece pagano sempre di più per esserlo.
“Tutto ciò è consentito – osserva il direttore della Coldiretti sannita Luigi Auriemma – dalle norme nazionali e comunitarie che consentono di importare e trasformare prodotto proveniente dall’estero, ma senza doverlo indicare, ostacolando la programmazione della produzione nazionale e impedendo di comunicare ai consumatori il vero contenuto dei prodotti che acquistano”.
Mentre l’industria e la Grande Distribuzione Organizzata continuano a veicolare messaggi che fanno intendere che il latte e i prodotti caseari sono del territorio, usando immagini e nomi che richiamano l’italianità i nostri allevamenti, i nostri lavoratori e il vero made in italy sono prossimi alla scomparsa con il conseguente degrado territoriale – specifica Coldiretti.
Sono necessarie regole di mercato trasparenti sulle produzioni lattiero-casearie, al fine di consentire agli anelli finora più penalizzati – gli allevatori e i consumatori, di avere un’equa remunerazione, un giusto prezzo e la garanzia di quello che mangiano!- evidenzia Coldiretti.

Il mercato lattiero-caseario conta su una produzione nazionale di 110.000.000 quintali e un import pari a 86.000.000 quintali.
Di questi 29 milioni di quintali sono di latte alimentare di cui 13,2 di latte fresco e 15,8 di latte UHT a lunga conservazione, mentre sono 168 i milioni di quintali in impieghi industriali e prodotti finiti, dei quali 146 milioni di quintali di formaggi nazionali ed importati composti insieme da 50 milioni di quintali DOP e 96 milioni di quintali di origine incerta.
Inoltre, per una produzione nazionale di formaggio generico a pasta filata di 3 milioni e 500 mila quintali, gli impieghi di latte italiano sono di 13 milioni di quintali, integrati di altri 14 milioni di quintali di prodotto importato, tra latte e cagliata.

Alle istituzioni e alla politica chiediamo:

1. L’obbligo di etichettatura con indicazione dell’origine su tutti i prodotti importati dall’estero: cagliate, polvere di latte, caseine, caseinati e altri.

2. Se per legge ciò non fosse possibile, chiediamo allora l’obbligo di etichettatura con indicazione dell’origine su tutti i prodotti lattiero-caseari italiani: formaggi, latte, mozzarella e altri.

3. E tutto ciò lo chiediamo anche e soprattutto per motivi di sicurezza sanitaria! Non possiamo essere prigionieri della Grande Distribuzione Organizzata!

4. Lo sviluppo di procedure per acquisire i dati di monitoraggio dei consistenti flussi di entrata di latte e di prodotti caseari, prevedendo una loro costante pubblicazione sui siti internet istituzionali.

5. L’intensificazione dei controlli sanitari e sulla qualità dei flussi di latte e dei prodotti caseari che arrivano dall’estero.
coldiretti1

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