Ci sono ancora novità negli acquisti per i consumatori, in quanto dal primo luglio sono state applicate nuove disposizioni comunitarie per quanto riguarda la vendita di frutta ed ortaggi.
In particolare, secondo quanto previsto dal regolamento (Ce) n. 1221/2008, sono state abrogate le norme che disciplinano gli standard minimi di forma e dimensione di commercializzazione dei seguenti 26 tipi di prodotti ortofrutticoli freschi: albicocche, carciofi, asparagi, melanzane, avocado, fagioli, cavoli di Bruxelles, carote, cavolfiori, ciliegie, zucchine, cetrioli, funghi coltivati, aglio, nocciole in guscio, cavoli cappucci, porri, meloni, cipolle, piselli, prugne, sedani da coste, spinaci, noci in guscio, cocomeri e cicoria witloof.
Le regole restano invariate per i seguenti altri 10 tipi di prodotti, ritenuti più rappresentativi per il mercato: mele, agrumi, pere, kiwi, insalate in genere, pesche e nettarine, fragole, peperoni, uva da tavola e pomodori.
Anche per questi ultimi però, è riconosciuta agli Stati membri la facoltà di autorizzare la vendita di pezzature al di sotto degli standard, purché sull’etichetta sia apposta la dicitura prodotto destinato alla trasformazione.
Il nuovo regolamento, approvato nonostante il parere contrario della maggior parte degli stati membri, tra cui l’Italia, preoccupa i produttori italiani primi nella UE con un fatturato, compreso l’indotto, di 22,8 miliardi di euro che temono la concorrenza sleale dei Paesi dell’Est, favoriti dal venir meno degli standard minimi per la commercializzazione.
Il sistema fino ad ora in vigore, infatti, prevedendo la classificazione dell’ortofrutta in categorie e calibri, per garantire l’omogeneità dei prodotti presenti in un imballaggio, tutelava maggiormente le imprese agricole in grado di garantire gli standard qualitativi più elevati.
Ma ad essere preoccupata è anche l’ Adiconsum di Benevento, associazione nazionale di difesa dei consumatori e dell’ambiente. Infatti l’associazione attraverso un suo comunicato afferma che questo nuovo sistema aumenterà il rischio di acquistare prodotti scadenti allo stesso prezzo di quelli buoni. Quindi, nel caso degli ortofrutticoli confezionati, la totale assenza di vincoli circa l’omogeneità del prodotto, renderà di fatto lecito mettere in evidenza un primo strato di frutti, di ortaggi o di verdure migliori per poi riempire la parte sottostante della confezione con merce di poco valore.
Queste nuove disposizioni suscitano evidenti preoccupazioni tra i consumatori, soprattutto in un momento come quello attuale, in cui la qualità e la trasparenza dei mercati rappresentano punti cardini ormai non più rinunciabili. Pertanto negli acquisti di tali prodotti agricoli,l’Adiconsum segnala la necessità di una maggiore attenzione da parte dei cittadini, con la speranza che anche le organizzazioni agricole e le autorità preposte al controllo, possano intervenire fattivamente e sensibilizzare gli operatori della produzione al fine di preservare e garantire una qualità globale dei vari prodotti.