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direttore Antonio De Cristofaro

Telese, domani alla Fondazione Romano ‘Vita activa. La condizione umana’ di Hannah Arendt

Scritto da il 8 dicembre 2009 alle 18:02 e archiviato sotto la voce Cultura & Spettacoli, Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Mercoledì 9 dicembre, alle ore 18.30, presso la Fondazione “Gerardino Romano”, sede di Telese Terme, prosegue “Il ciclo di Letture”. Il Presidente, Prof. Felice Casucci, leggerà “Vita activa. La condizione umana” di Hannah Arendt, splendida protagonista della storia del pensiero del XX secolo, che ha avuto particolare «cura» della condizione umana, da esule, prima in Francia e poi negli Stati Uniti, a causa delle persecuzioni naziste contro gli ebrei. Nella sua opera Vita activa vuole giungere a una definizione della condizione umana che non si basi né sul primato della conoscenza scientifica perseguito dall’antropologia, né sul primato del pensiero filosofico, come indicato da Husserl e Heidegger.
Nel cercare una risposta alla domanda «chi è l’uomo?», nel provare a definirne l’identità, Hannah Arendt fonda la sua indagine su un’analisi fenomenologica delle condizioni dell’esistenza umana, delle attività che ad essa sono strettamente connesse e degli spazi in cui queste ultime si svolgono. Fin dalla loro nascita gli uomini entrano in rapporto con gli altri viventi (pluralità), trascorrono la loro esistenza sulla terra trasformando il mondo naturale in un mondo artificiale (mondanità), che essi stessi si sono creati con la loro attività per rendere l’ambiente naturale più consono alle loro necessità ed esigenze. La pluralità umana, condizione fondamentale sia del discorso sia dell’azione, ha il duplice carattere dell’eguaglianza e della distinzione.
Se gli uomini non fossero uguali, non potrebbero né comprendersi fra loro, né comprendere i propri predecessori, né fare progetti per il futuro e prevedere le necessità dei loro successori. Se gli uomini non fossero diversi, e ogni essere umano distinto da ogni altro che è, fu o mai sarà, non avrebbero bisogno né del discorso né dell’azione per comprendersi a vicenda. Sarebbero soltanto sufficienti segni e suoni per comunicare desideri e necessità immediati e identici. Il fatto che l’uomo sia capace d’azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile solo perché ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità.
Tutte queste condizioni e realizzazioni, che emergono da un’analisi fenomenologica dell’esistenza umana, sono collegate con le attività proprie della Vita activa. Si tratta di tre fondamentali “modelli dell’agire”, o meglio di tre categorie specifiche: il “lavoro”, l’“opera” e l’“azione”, ognuna delle quali «corrisponde ad una delle condizioni di base in cui la vita sulla Terra è stata data all’uomo».
Gli incontri della Fondazione, aperti al pubblico, si svolgono ogni settimana e rappresentano un momento di confronto dialettico con l’intento di contribuire alla crescita del territorio sannita.
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