Il consigliere comunale del PDL, Nicola Boccalone, in merito alla lettera inviata dal sindaco Fausto Pepe, all’on De Girolamo in cui invita la parlamentare ad un maggiore contegno istituzionale, ha così dichiarato:
‘Nel prestigioso scenario del teatro Comunale, affiancato dal governatore Bassolino, statista ed esperto di servizi pubblici (rifiuti, sanità ed altro), e dall’on.le Del Basso De Caro, sempre più avvocato che politico nella gestione di uomini e cose nei palazzi di città, il sindaco Pepe dopo la proclamazione a leader non ha perso occasione per dare i suoi preziosi consigli all’on.le De Girolamo nel rapporto con il territorio.
A beneficio degli ingenui la lettera del leader Pepe all’on.le De Girolamo serve anche per svelare la matrice delle invettive che, nei giorni scorsi, i più fidati assessori avevano rivolto ai vertici del PDL. Una assonanza che per forma, contenuti e comportamenti sembra denotare la preesistenza di forme associative che da tempo precedono “Più Sannio” , che vuole essere una sorta di holding pura destinata a controllare tutte le embrionali forme associative vincolanti tra diversi assessori e non pochi consiglieri, anche nelle versioni irrituali, occulte ma non ignote.
Assorbente anche del ruolo di sindaco, col piglio di leader, indiscusso e indiscutibile, sottoscrive la missiva con la quale invita l’on.le De Girolamo a discutere di progetti, obiettivi e tematiche, come se le istituzioni e gli organi comunali avessero già ampiamente trattato le specificità delle questioni riguardanti il piano strategico, il PUM, il PUC, l’Unesco, la piattaforma logistica ed altro.
Evidentemente la versione leaderista dell’ing. Fausto Pepe, ha fiaccato la memoria al sindaco Pepe poiché nessuno di questi argomenti è ancora arrivato alla maturazione politica e amministrativa per proporli e candidarli ad essere riferimento in scenari di valenza nazionali.
Per alcuni la discussione è stata solo propaganda e cerimonie (piano strategico), per altri l’insufficienza della proposta ha rinviato ogni discussione al 2011 (Unesco), per altri ancora non si registra alcun documento che possa testimoniare la presenza di una idea compiuta di governo del territorio (PUM e Piattaforma logistica).
Il PUC si segnala sinora per degli “errori” ai quali l’assessore al ramo e qualche consigliere di una ricca contrada hanno tentato di porre rimedio dopo le segnalazioni di alcuni esponenti dell’opposizione.
La buona prassi istituzionale vuole che il coinvolgimento delle rappresentanze verticistiche nazionali avvenga su idee compiute, su proposte di gestione del territorio che rispondano appieno ai principi della qualità di governo della pubblica amministrazione.
Su queste basi è giusto attrarre l’attenzione delle rappresentanze istituzionali del territorio per canalizzare sugli obiettivi tutte le potenzialità dei ruoli.
Lei invece oggi pretende l’attenzione di tutti per impegnarli a discutere del nulla.
Un vuoto di amministrazione che si associa a quello della politica che vede oggi un sindaco che non ha più alcun riferimento partitico.
Un sindaco che crea un’associazione per essere concorrente con l’unico partito che lo sostiene non ha alcun futuro politico. Misteriose ancora sono le argomentazioni che possano aver sostanzialmente convinto consiglieri comunali ed assessori a farsi trascinare su questo binario morto.
Sul concetto dei “nominati” credo sia in atto ormai un abuso di questo termine al punto da far esaltare la differenza tra questi e gli “innominabili”.
Non credo ci si possa sentire poi fieri di una elezione a sindaco nel caso in cui le liste a sostegno hanno registrato percentuali superiori a quelle del candidato sindaco.
Questo è avvenuto nelle amministrative del 2006. Lei deve tutto ai partiti e invece li ha abiurati, da quelli che lo hanno allevato, forgiato e preparato per il ruolo e la funzione fino alla versione beneventana del PD che da gennaio 2008 si è accollato la tenuta politica di palazzo Mosti.
Niente e nessuno potrà impedire di dare il proprio contributo politico e partitico se ci si ritrova intorno ad idee concrete e fattibili, poste in una cornice di chiara legittimità.
Per il bene della città, se le riesce, smetta i panni da leader e tenti di colmare il vuoto amministrativo e di governo del territorio che la comunità avverte ormai da troppo tempo’.