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Matarazzo: ‘La mia scelta di aderire all’Udc dipende dalle difficoltà del PdL e Pd’

Scritto da il 2 ottobre 2009 alle 11:39 e archiviato sotto la voce Attualità, Politica. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

“Le difficoltà vissute in questo momento, sia sul piano nazionale che locale, dai due maggiori partiti, Pdl e PD, erano del tutto prevedibili.”
Questo è quanto dichiara il neo dirigente provinciale dell’UDC, Marcello Matarazzo, già segretario cittadino di F.I. e coordinatore provinciale dei Circoli della Liberta, rispetto alle ultime vicende che stanno caratterizzando la vita interna dei due raggruppamenti politici maggiori.
“Si è voluto a tutti costi – prosegue la sua analisi Matarazzo – per corrispondere ad una giusta esigenza vissuta dal paese che era quella di semplificare il quadro politico, ridurre il confronto politico a soli due soggetti. Purtroppo, la fusione a freddo dei DS e della Margherita prima e il contratto notarile firmato tra F.I. e A.N. dopo, hanno dimostrando tutti i loro limiti. Anche io – precisa Matarazzo – per un momento sono stato suggestionato da questa idea, ma, alla luce di quanto stava accadendo nel PdL sia nel Sannio che a livello nazionale, ho compreso il fallimento di tale prospettiva. Da qui la mia scelta, di moderato e democratico, di aderire all’Unione di Centro.

Le difficoltà del nostro Paese, purtroppo, come appare evidente ai più, dipendono in larga parte anche dall’incertezza di guida del sistema politico complessivamente inteso. E’ del tutto evidente che se la guida del paese e delle varie comunità locali è affidata ai dirigenti di due formazioni che fanno fatica a trovare un equilibrio al loro interno, le prospettive complessive sono del tutto fallimentari, anche perché l’attuale personalizzazione della politica, basata più sulla esiziale mediatica che sui contenuti, sta distruggendo la classe dirigente e, quindi, la nascita di idee per il presente e per il futuro. La circostanza è ancora di più aggravata – chiarisce l’esponente centrista – se si considera che le due formazioni maggiori sono condizionate fortemente dalle ali estreme degli schieramenti politici. Infatti, l’agenda politica ed istituzionale del paese è condiziona da una parte da Di Pietro dall’altra dalla Lega.

Solo per fare un esempio, dobbiamo ringraziare il Consiglio di Stato che ha accolto i ricorsi proposti dai precari della scuola contro le graduatorie create dal Ministro Gelmini che servivano per blindare i posti al Nord a danno dei meritevoli docenti del Sud. Si vive in un clima di continuo scontro e di delegittimazione, personale e istituzionale, da una parte e dall’altra. I problemi veri del paese e delle nostre singole comunità locali sono del tutto ignorate dai diversi contendenti. Di tutto ciò, ovviamente, i cittadini sono stanchi e da qui il distacco ed il rigetto per la politica e, in qualche caso, anche delle Istituzioni. I cittadini sono stanchi del dibattito estremizzato dai due maggiori partiti, dalla vuota propaganda e dal conseguente linguaggio.

In questo contesto è pertinente richiamare una citazione di De Gasperi “Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione”. Oggi sembra di essere sempre in campagna elettorale. Sempre in questo contesto – sottolinea Marcello Matarazzo – la nostra formazione politica sembra davvero l’unica in grado di introdurre nel confronto politico quel minimo di buon senso e di ragionevolezza di cui c’è bisogno. E’ necessario il rilancio di una visione che coinvolga l’interesse di uomini e donne, giovani e anziani che chiedono indistintamente di parlare con qualcuno dei loro problemi, il rispetto delle regole, dei valori, dell’etica. Dal confronto che sta emergendo in questo ultimo periodo tra alcuni rappresentanti politici (Casini, Rutelli, Fini, D’Alema) sembra intravedersi una possibile strada da percorrere.

C’è davvero bisogno, se davvero si vuole garantire al nostro paese una prospettiva ed un futuro, che si giunga quando prima ad una vera democrazia dell’alternanza in cui il confronto tra le parti avvenga su basi civili e, soprattutto, nell’interesse generale delle comunità amministrate. In questo senso – chiarisce l’esponente centrista – un buon esempio ci viene dalla vicina Germania. Li, infatti, quando c’è stato bisogno, nell’interesse della nazione, addirittura si è arrivati a forme di collaborazione tra i due maggiori schieramenti in campo. Ci auguriamo – conclude Matarazzo – che qualche germoglio di buona politica che si inizia ad intravedere anche nel nostro paese possa davvero fiorire.”Marcello Matarazzo UDC Benevento.
matarazzo

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