La magia e l’incantevole arte della prestigiosa Accademia Nazionale Danza di Pechino darà il via, sabato 5 settembre 2009 alle ore 21.30 presso il Teatro Massimo, alla trentesima edizione di Benevento Città Spettacolo, per il terzo anno sotto la direzione artistica di Enzo Moscato.
L’allestimento, intitolato Danze e tradizioni dell’antica Cina, sarà in scena fino a sabato 12 settembre e rappresenta un autentico omaggio ai quarant’anni di rapporti istituzionali tra la Cina e l’Italia.
Fondata nel 1954, l’Accademia di Stato di Danza di Pechino ha esplorato, nel corso di mezzo secolo, gli ampi territori della danza tradizionale, facendo confluire l’accompagnamento musicale e la danza nell’opera classica cinese.
A Benevento Città Spettacolo l’Accademia Nazionale Danza di Pechino offrirà un originale allestimento, ispirato da un’antica leggenda cinese, in cui Zhong Kui, è una persona benedetta, colpita, però, dai demoni. La danza mette in scena la lotta di Zhong Kui per imporsi sui demoni, sviluppando il vocabolario della tradizionale danza cinese delle maniche, basata sullo stile di danza della dinastia cinese Han (206 a.C. – 220 d.C.).
In scena la grazia e la bellezza delle ragazze cinesi, i fiocchi di seta, come l’arcobaleno, fluttuano e le dee volano in una terra incantata, piena di fascino.
Questa danza, che si avvale di un nastro di seta lungo circa venti metri, riproduce gli affreschi cinesi di Dunhuang. Un lavoro di ‘calligrafia’ che rivela il fascino della cultura tradizionale cinese, così come l’eleganza dei letterati cinesi, integrando il movimento e la tranquillità, come una meditazione “sulla vitalità ritmica”.
Alle ore 22.30, presso l’Hortus Conclusus, la serata proseguirà con La Rivoluzione siamo noi, un originale ed esclusivo allestimento di Ginestra Paladino, che ne è anche interprete, e Marco Alemanno, ideato e prodotto per il Festival e la propria città.
La rivoluzione siamo noi, mutuando il titolo da un’opera di Joseph Beuys del 1972, è un viaggio letterario, una lettura concerto capace di condurre gli spettatori tra le pieghe più profonde della realtà, vista e vissuta con gli occhi delle donne.
Quattro grandi autrici, quattro donne allo specchio (Alda Merini, Toni Morrison, Dacia Maraini, Marguerite Yourcenar), per una lettura trasversale, capace di attraversare spazio, tempo ed emozioni.
Lo messa in scena si avvale delle musiche dal vivo di Sarah Dietrich (voce e oggetti), Cristiano Luciani (percussioni ed elettronica), Luca Aquino (tromba). Le luci sceniche sono a cura di Cesare Accetta, con la collaborazione di Ginevra Paparoni.