«Il 63° anniversario della nascita, per volontà popolare, della nostra repubblica viene vissuto con immutato orgoglio e con l’intensa partecipazione del cuore e della mente, ma anche con il pensiero alle popolazioni abruzzesi così duramente colpite dal recente terremoto»: è quanto ha detto Aniello Cimitile, presidente della Provincia di Benevento, nel suo discorso per la Festa della Repubblica. «Nella consapevolezza della tragedia del 6 aprile scorso, tutti siamo impegnati – ha detto Cimitile – perché si esca immediatamente dall’emergenza e si avvii la ricostruzione».
Cimitile, nel richiamare gli eventi tellurici che hanno colpito nei secoli il Sannio, ha quindi così proseguito: «Nei giorni terribili del terremoto abbiamo visto una Italia unita e solidale, impegnata in una unica e comune volontà di ridare sicurezza e futuro alle famiglie colpite, alla città de L’Aquila e all’Abruzzo. E’ questa unità e questa forza che dobbiamo mettere in campo sempre, ed è a questa unità ed alla identità che la sostiene che la festa della repubblica ci richiama».
Rievocando, quindi, le vicende elettorali di quel lontano 2 Giugno del 1946 allorché milioni di italiani ed italiane per la prima volta e finalmente uniti, stavano decidendo il loro futuro comune nella semplice scelta fra “monarchia e repubblica”, Cimitile ha citato il pensiero di un grande studioso, Piero Calamandrei, che sintetizzò con queste parole quegli eventi: “La Repubblica non fu soltanto un cambiamento di forma di governo, ma qualcosa di più profondo, di più sostanziale: il rinnovamento sociale e morale di tutto un popolo; la nascita di una nuova società e di una nuova civiltà ”.
Il popolo italiano – ha continuato Cimitile – davanti alle urne portava i segni della guerra, della distruzione e dei lutti, della mancanza di lavoro; ma portava anche una volontà di rinascita e la speranza di un futuro nuovo e diverso. E bene fece il Presidente Ciampi ad invocare con forza: “un dialogo costruttivo” tra tutti gli italiano un impegno forte a “lavorare insieme per il bene comune, per un vero progresso economico e civile, nella sicurezza, che è libertà e democrazia”.
Oggi – ha proseguito Cimitile – siamo di fronte alle grandi difficoltà e sfide della crisi economica e produttiva, alla costante diminuzione per le famiglie della capacità di spesa, alla mancanza di lavoro per i nostri giovani, alle severità della competizione mondiale per le nostre imprese. Secondo il presidente della Provincia, questa grave massa di problemi impone, anche in un momento di aspra contrapposizione elettorale, che la politica faccia la sua parte, mettendo al primo posto l’identità nazionale; il confronto sui contenuti dell’agire politico e dei programmi di sviluppo; la coesione su progetti necessari. «La via del rinnovamento della stessa politica – ha scandito Cimitile – non può essere quella di un dilettantismo improvvisato e superficiale che si affida allo slogan vuoto e ripetitivo, alla rissa, alla aggressione verbale, alla demonizzazione dell’avversario».
La festa della Repubblica poi, ha continuato Cimitile deve aprirsi alla ricerca di una unità superiore e ancora più grande, rispetto a quella italiana, per contribuire cioè alla conquista di una più generale identità continentale europea. In questi giorni si riapriranno i seggi per eleggere il Parlamento Europeo – ha ricordato Cimitile: lo sviluppo della società della conoscenza e dell’economia globale rendono sempre più urgente la costruzione di una Europa unita, forte e competitiva nel mondo. Già il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, ha ricordato Cimitile, così si esprimeva oltre sessanta anni fa sull’Europa: “La necessità di unificare l’Europa è evidente. Gli stati esistenti sono polvere senza sostanza. Solo l’unione può farli durare. Il problema non è fra l’indipendenza e l’unione; è fra l’esistenza unita e lo scomparire”. Da queste radici culturali e storiche ne discende l’augurio del presidente della Provincia: «che presto ci sia un 2 Giugno che oltre ad essere la festa dell’orgoglio nazionale e repubblicano, sia anche quella dell’orgoglio europeo, nella speranza che il voto che tutti noi esprimeremo nei prossimi giorni si trasformi in una decisiva spinta propulsiva in questa direzione».
Il 2 giugno del 1946 vide per la prima volta al voto milioni di donne, nelle grandi città industriali del nord come in quelle del centro sud, nei piccoli centri agricoli e nelle comunità montane.
Per le donne e per l’Italia, ha ricordato Cimitile, fu un momento epocale di svolta. La grande scrittrice Alba de Cespedes raccontò così quel giorno: “ ..con quel segno in croce sulla scheda mi pareva di aver disegnato uno di quei fregi che costituiscono la parola fine. Uscii poi liberata e giovane, come quando ci si sente i capelli ben ravvivati sulla fronte”. E proprio alle donne e ai sentimenti di quei giorni, Cimitile ha voluto riservare la propria considerazione finale: «Vorremmo – ha detto il presidente – che questa sensazione si ripetesse ancora per tante donne ed in tante attività della nostra vita sociale e produttiva nelle quali ancora mancano; e soprattutto che questa sensazione si diffondesse fra noi tutti, che ci si possa sentire sempre più liberi, più giovani, avvertendo sulla nostra fronte la freschezza della forza di vincere le sfide che abbiamo davanti e della fiducia nel futuro».
E’ con questo spirito che diciamo, ha concluso il presidente della provincia di Benevento: «Viva il 2 Giugno, Viva la Repubblica, Viva l’Italia, Viva il Sannio».