Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento rende nota una lettera di diffida e messa in mora inviata al Sindaco del Comune di San Giorgio del Sannio, Giorgio Nardone, da alcuni cittadini che abitano vicino a un capannone bruciato il 23 maggio scorso per tre notti e due giorni, determinando inquinamento ambientale, con gravi conseguenze per la loro salute.
Di seguito il testo integrale del documento:
‘Egregio Sindaco,
Le scrivo, su sua richiesta, per avere notizie delle iniziative istituzionali da lei assunte, conseguenti all’incendio scoppiato il 23 maggio che ha distrutto il deposito della ditta Barletta ed ha interessato anche la casa dove vivo con mia madre e mia sorella , distruggendo anche la mia auto ed arrecando danni ingenti alle pareti dell’abitazione e al pannello solare; le fiamme furono domate dopo tre lunghissimi giorni ma, certo, non furono domate le esalazioni tossiche ed i fumi che io e la mia famiglia, e tutta la popolazione, persino quella del Comune di Calvi, abbiamo respirato per oltre una ventina di giorni.
Il ricordo di quella notte, quando ci siamo svegliate di soprassalto con le fiamme innanzi alle finestre, rimane un incubo, ma ancora più assurdo e doloroso è ciò che è successo dopo, in questi due mesi, durante i quali aspettavamo una sua visita, o almeno quella di un suo delegato, che non c’è stata.
Lei, i tecnici e i funzionari comunali, siete venuti sul posto, avete portato la solidarietà ai titolari della ditta, ma non ci avete degnate di uno sguardo, eppure i danni da noi subiti sono ben evidenti. Ma noi e la nostra casa non esistiamo, quasi fossimo una “complicazione”.
Credo e spero sappia che, oltre all’emergenza diossine, si è creata in concomitanza una gravissima emergenza igienico-sanitaria dovuta alla putrescenza ingravescente ed irreversibile di materiale organico all’aperto e nell’ex capannone Barletta: il caldo rende l’aria irrespirabile e i rifiuti ivi giacenti da oltre due mesi dall’incendio spargono un odore nauseabondo con il rischio, nostro, di infezioni e di malattie imminenti.
Speravamo che lei o chiunque altro a suo nome, ci fornisse almeno qualche informazione, sulle ragioni della mancata rimozione del materiale fortemente inquinante che ci costringe a rimanere tappate in casa, oppure sui tempi ipotizzati par accertare i danni prodotti da quell’incendio, ma non avete avuto la sensibilità di fare neppure questo.
Il suo comportamento è poi diventato sprezzante ed insopportabile, quando ieri ha rifiutato anche la mia richiesta di contatto telefonico considerato che non sono riuscita più volte a trovarla in sede.
Alla luce di tutto ciò, in riferimento alla vicenda che coinvolge direttamente la sottoscritta ed a seguito delle precedenti richieste di intervento da lei disattese, mi trovo costretta, anche e soprattutto per sua esplicita richiesta, ad invitarla e diffidarla, formalmente, quale tutore della salute pubblica e responsabile ex lege del rispetto del territorio sotto ogni aspetto e quindi anche per la tutela della salute pubblica, a comunicarmi:
• quali provvedimenti sono stati da lei adottati, dal 23 maggio scorso sino all’attualità, a tutela dell’ambiente e della salute pubblica ;
• quali procedure ha avviato per gestire l’emergenza diossine per persone, territorio, ambiente e falde acquifere;
• quali sono i risultati dell’aerodisperso del 23 maggio eseguito dall’Arpac, ed a lei trasmessi;
• quali sono gli accertamenti sanitari cui io, la mia famiglia ed altri, dobbiamo, possiamo,ed esigiamo sottoporci, dal momento che accusiamo malesseri vari post incendio;
• quali provvedimenti ha adottato per la messa in sicurezza,la bonifica ed il ripristino ambientale ex art.177 e segg. d.lgs.3/04/2006 n.152 (T.U. ambientale),rammentandole che tale norma pone l’obbligo dei relativi interventi a carico dei responsabili dell’inquinamento,demandandone però al Comune la realizzazione d’ufficio,ove i responsabili non provvedano;
• quali provvedimenti ha adottato sinora per la bonifica dell’area e per la tutela della salute di tutti, compresi i dipendenti della New Distribution,costretti con o senza mascherina, a lavori massacranti.
Mi corre l’obbligo di significarle che qualora non risponda alla sottoscritta,entro e non oltre giorni sette dalla ricezione della presente, mi vedrò costretta ad informare gli organismi preposti , tra cui la Procura della Repubblica, per le iniziative del caso nei suoi confronti e per tutti i reati che dovessero essere ipotizzati a suo carico.
Con la più ampia riserva.
Rosanna Carpentieri, In proprio ed in nome e per conto di: Iuliano Anna Maria, Carpentieri Carla, Carpentieri Barbara, Carpentieri Ilario, Carpentieri Giovanni’.